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SVIZZERA/CANTONE

Dure parole dei Verdi e PS: “Il Parlamento ignora l’emergenza climatica”

Il Parlamento svizzero boccia il Fondo climatico tra le polemiche dei Verdi e del PS.
Tipress
Greta Gysin, Consigliera nazionale Verdi del Ticino
Dure parole dei Verdi e PS: “Il Parlamento ignora l’emergenza climatica”
Il Parlamento svizzero boccia il Fondo climatico tra le polemiche dei Verdi e del PS.

BERNA/BELLINZONA - Nonostante i segnali sempre più allarmanti del cambiamento climatico, il Parlamento svizzero rimane diviso sulle misure da adottare. È una dura presa di posizione quella che è arrivata oggi per bocca dei Verdi sul fatto che la Commissione dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia del Consiglio degli Stati (CEATE-E) ha respinto l’iniziativa per un Fondo climatico presentata dal partito ecologista e dal Partito Socialista (PS), senza proporre alcun controprogetto alternativo.

La decisione è arrivata proprio mentre la Svizzera e l’Europa stanno affrontando un’ondata di calore estrema, con conseguenze visibili come il collasso dei ghiacciai, le colate detritiche e i record di calore registrati nei laghi e nelle città del Paese.

Secondo i promotori dell’iniziativa, il fondo climatico avrebbe permesso di finanziare massicci investimenti nella transizione ecologica, adattando città e infrastrutture agli effetti del riscaldamento globale e formando nuove figure professionali legate alla protezione del clima. «Ondate di calore, siccità, crolli di montagne: le conseguenze della crisi climatica si fanno sentire anche in Svizzera», ha commentato Lisa Mazzone, presidente dei Verdi svizzeri, che ha accusato la maggioranza di destra del Parlamento di «ignorare la più grande sfida del nostro tempo».

Dello stesso avviso Mattea Meyer, co-presidente del PS svizzero, che sottolinea come il fondo climatico avrebbe potuto garantire una transizione energetica «socialmente equa», contribuendo alla neutralità carbonica entro il 2050 e riducendo la dipendenza dal petrolio e dal gas.

I due partiti hanno annunciato che porteranno avanti la battaglia politica in Parlamento e, se necessario, con un referendum popolare. «Ne va della nostra salute e del futuro delle prossime generazioni», concludono i promotori.

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