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LUGANO

«Il degrado è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie per terra»

Con un comunicato gli autogestiti rispondono alle critiche: «La nostra magica serata è stata un inno alla vita».
Ti-Press
Fonte RED
«Il degrado è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie per terra»
Con un comunicato gli autogestiti rispondono alle critiche: «La nostra magica serata è stata un inno alla vita».
LUGANO - «In questi tempi bui popolati da politicanti sempre più miopi, delle scintille di luce appaiono nella notte resuscitando spazi - loro sì, di loro, in stato di degrado – celebrando la vita, regalando barlumi di speranza, una speranza che...

LUGANO - «In questi tempi bui popolati da politicanti sempre più miopi, delle scintille di luce appaiono nella notte resuscitando spazi - loro sì, di loro, in stato di degrado – celebrando la vita, regalando barlumi di speranza, una speranza che grida di fronte allo scempio che ci circonda».

Comincia così il comunicato firmato “Soa il Molino”. Per i promotori della recente protesta, «miope è pure la narrazione di chi si presta a questi perbenismi – i giornalisti dapprima bloccati dalle forze dell’ordine durante lo sgombero e poi condotti a documentare il cosiddetto degrado - che agguagliano alla qualità della vita un’immagine di ordine e pulizia. Apparente».

Per gli autogestiti «la sera del 25 dicembre - si legge nella nota inviata alla stampa da parte degli autogestiti - ha liberato uno spazio dalla mercificazione della socialità e dei corpi, che normalmente contraddistingue questi luoghi. Senza un servizio di sicurezza e senza un’entrata a pagamento, parecchie centinaia di persone hanno condiviso un momento che è tradizione e che per molte rappresenta uno dei pochi motivi per tornare in queste lande desolate dalla propria fuga altrove, che sia per studiare o per lavorare. Un fitto programma di iniziative proposte da varie realtà e associazioni avrebbe arricchito pure i giorni a venire».

Il degrado, secondo gli autogestiti, «è nei cervelli di chi vede solo le bottiglie rimaste per terra (e che, se ci davate il tempo, avremmo anche ripulito…)». Per i promotori della recente protesta, «andare a toccare i potenti interessi di famiglie che contano, proprietarie di un luogo pregiato lasciato a deperire, porta evidentemente all’accanimento verso qualsiasi forma di iniziativa dal basso».

E ancora: «Ci si muove con questa creatività, con queste pratiche, se l’aria non passa e rimane l’odore stantio delle ipocrisie nonostante l’apertura di fantomatiche finestre di dialogo. Che di soluzioni e proposte concrete non ne hanno, l’ha detto chiaramente la stessa Karin Valenzano Rossi, ammettendo di fatto di aver condotto una farsa volta solo a risolvere l’occupazione delle ex scuole di Viganello a luglio, o a chissà quale tentativo di riscattare la propria immagine rispetto a un’indagine che la vede tuttora coinvolta sull’abbattimento dell’ex-Macello».

Secondo gli autogestiti, l’appello della municipale luganese «stride sia con questo che con i torbidi affari professionali della Fidinam in cui ricopre un ruolo dirigenziale. Viene da chiedersi se la gestione delle nostre serate sia davvero più sporca della vostra gestione della cosa pubblica». La conclusione della nota è un richiamo alla coerenza: « La nostra magica serata è stata un inno alla vita. Ripigliatevi (e fatevi una vita). Non ci avrete mai come volete voi».

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