Cerca e trova immobili
SVIZZERA

Quinta tornata senza intesa: operai sul piede di guerra

«L'ondata nazionale di proteste continua»
Deposit Photos
Fonte Syna
Quinta tornata senza intesa: operai sul piede di guerra
«L'ondata nazionale di proteste continua»

BERNA - Nessuna intesa neppure nella quinta tornata negoziale per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM), in scadenza a breve. Dopo la giornata di protesta della settimana scorsa in Ticino, venerdì incroceranno le braccia anche i lavoratori edili bernesi. Nelle prossime settimane seguiranno ulteriori giornate di protesta in altre regioni della Svizzera.

«Il CNM - si legge nel comunicato diffuso dal sindacato Syna - disciplina le condizioni di lavoro di circa 80'000 lavoratori edili. Sono loro a costruire la Svizzera con qualsiasi condizione meteo: caldo, pioggia o freddo. Il contratto collettivo scade a fine anno e deve essere rinegoziato. Se non raggiungiamo un’intesa entro allora, l’edilizia rischia di precipitare in una situazione di vuoto contrattuale. Non accadeva da oltre un decennio».

Salario basso e giornate troppo lunghe - E rincarano la dose: «Se fosse per la Società svizzera degli impresari costruttori, invece di ottenere miglioramenti, gli edili dovrebbero subire ancora più pressioni, in cambio di meno salario.

Concretamente, chiedono giornate lavorative più lunghe, più del doppio delle ore supplementari rispetto ad oggi con una remunerazione inferiore, meno salario per il lavoro il sabato e la possibilità di licenziare più facilmente i lavoratori edili oltre i 55 anni».

Suscita particolare indignazione il fatto che, «nonostante l’acuta carenza di manodopera specializzata e il numero sempre minore di apprendisti, la SSIC chieda decurtazioni salariali fino al 25% per i lavoratori qualificati nei primi 5 anni dopo la conclusione dell’apprendistato. Un lavoratore qualificato guadagnerebbe quindi meno del salario minimo previsto per un lavoratore ausiliario senza alcuna esperienza nell’edilizia».

L'ondata nazionale di proteste continua - La pazienza degli edili dunque «è ormai esaurita, dopo che la SSIC ha inizialmente ritardato le trattative, poi si è opposta ai necessari miglioramenti e con le sue richieste ha anche preso di mira la vita privata dei suoi lavoratori. Dopo una votazione nazionale, da cui è emersa la chiara determinazione a ricorrere a misure di sciopero in caso di un ulteriore rifiuto di negoziare, la scorsa settimana si è svolta una prima giornata di protesta: oltre 2500 lavoratori edili hanno incrociato le braccia in Ticino. La prossima giornata di protesta è prevista per venerdì 31 ottobre a Berna.

Nelle settimane successive, le giornate di protesta proseguiranno in altre regioni: il 3 e 4 novembre in tutta la Svizzera romanda, il 7 novembre nella Svizzera nordoccidentale e il 14 novembre a Zurigo e in altre regioni della Svizzera tedesca».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE