Ecco la nuova base legale per l'imposizione del telelavoro dei frontalieri

Il Consiglio federale ha licenziato oggi il relativo messaggio, che si applica alle soluzioni già negoziate con Francia e Italia.
Il Consiglio federale ha licenziato oggi il relativo messaggio, che si applica alle soluzioni già negoziate con Francia e Italia.
BERNA - Per garantire che il telelavoro dei frontalieri possa continuare a essere tassato in Svizzera occorre modificare la legislazione. Il Consiglio federale ha licenziato oggi il relativo messaggio, che si applica alle soluzioni già negoziate con Francia e Italia. Come noto, in seguito alla pandemia in Svizzera è aumentato fortemente il ricorso al telelavoro, una tendenza che per il governo «lascerà un segno duraturo sul mondo del lavoro». Ciò vale anche per i frontalieri, il cui lavoro a domicilio va però in contrasto con il diritto fiscale.
Le convenzioni per evitare le doppie imposizioni (CDI) prevedono infatti che l'attività lavorativa dipendente viene tassata nello Stato in cui si è svolta fisicamente. Con il telelavoro sarebbe dunque responsabile il Paese di residenza dell'impiegato e non quello dove ha sede il datore di lavoro. Per risolvere il problema, la Svizzera ha negoziato accordi con l'Italia e la Francia. Grazie a queste intese il telelavoro di un frontaliere può continuare a essere tassato in Svizzera fino a un certo limite (in Italia fino al 25% del tempo di lavoro annuale, in Francia fino al 40%).
La nuova Legge federale sull'imposizione del telelavoro in ambito internazionale permetterà di creare le relative basi legali a livello nazionale.





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