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BASILEA CITTA'Pro Natura contraria alla pacciamatura sugli alpeggi: «Riduce la biodiversità»

02.05.23 - 12:15
Secondo l'organizzazione ambientalista, l'uso di macchinari non può essere l'unica soluzione alle sfide dell'agricoltura alpestre
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Fonte ats
Pro Natura contraria alla pacciamatura sugli alpeggi: «Riduce la biodiversità»
Secondo l'organizzazione ambientalista, l'uso di macchinari non può essere l'unica soluzione alle sfide dell'agricoltura alpestre

BASILEA - Pro Natura si oppone alle regole sulla pacciamatura negli alpeggi attualmente in fase di consultazione. Questo perché questa tecnica di sfalcio e manutenzione dei pascoli richiede macchinari troppo potenti che deturpano il paesaggio e minacciano la biodiversità.

In una nota odierna Pro Natura dice di approvare la maggior parte delle misure contenute nel pacchetto di ordinanze agricole 2023 pubblicato in gennaio dall'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG).

L'organizzazione ambientalista è però contraria alla misura che rende possibile la pacciamatura (una tecnica di decespugliamento e triturazione volta a combattere la crescita eccessiva della vegetazione, ndr.) sui pascoli di estivazione.

I macchinari utilizzati per la pacciamatura - si legge nella nota - assomigliano ad enormi taglia erba che in alcuni casi sono trainati da trattori. Queste macchine deturpano il paesaggio e mettono in pericolo popolazioni di insetti già minacciate.

«Oltre a essere antiestetico e dannoso per il turismo, il processo è anche altamente dannoso per la biodiversità e il suolo», afferma citato nella nota Marcel Liner, esperto di politica agricola di Pro Natura. L'organizzazione sottolinea in particolare la mancanza, nel progetto dell'UFAG, di studi scientifici sulle conseguenze di queste pratiche sulle popolazioni di insetti.

Più lavoro per i Cantoni

Secondo l'esperto, «l'UFAG sta cedendo alle pressioni di alcuni Cantoni». «La distinzione prevista tra manutenzione dei pascoli e dissodamento è difficilmente applicabile nella pratica. E non farà altro che complicare il lavoro delle amministrazioni cantonali».

Pro Natura condivide l'obiettivo di proteggere i pascoli alpini dalla crescita eccessiva e dalla vegetazione. Ma «ciò è già previsto nell'ordinanza sui pagamenti diretti», sottolinea l'esperto. «La tendenza verso aziende agricole sempre più grandi e meno numerose sta portando a una carenza di manodopera, a una minore biodiversità e a una diminuzione del numero di capre e bovini adattati alla montagna».

«Servono piani regionali per gli alpeggi»

Secondo Pro Natura, l'uso di macchinari non può essere l'unica soluzione alle sfide dell'agricoltura alpestre. Sono necessari piani regionali per identificare quali pascoli possono continuare a essere utilizzati nei prossimi decenni e quali andrebbero invece abbandonati. «È necessaria una discussione di fondo sul futuro dell'economia alpestre», conclude Liner.
 
 

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