Cosa succede dopo un'operazione di polizia con esito letale?

Ieri sera un agente argoviese ha aperto il fuoco su un 68enne, uccidendolo.
Ma in quali circostanze può essere impiegata l'arma di servizio? E quanto spesso accade in Svizzera? Ecco le risposte.
SUHR - Un 68enne è stato ucciso da un agente di polizia ieri sera in una zona residenziale di Suhr (AG). I dettagli di quanto successo non sono ancora noti, anche se i drammatici momenti della sparatoria sono stati immortalati da un video.
Una cosa però è sicura: il fatto di aver aperto il fuoco sfocerà in una lunga indagine. Il Ministero pubblico indaga infatti d'ufficio su ogni uso di armi da fuoco che avviene in Svizzera. «Se qualcosa è andato storto, si può arrivare fino a una condanna», spiega Max Hofmann, portavoce dell'Associazione degli agenti di polizia svizzeri.
La proporzionalità è essenziale - Ma quando si possono usare le armi da fuoco? A fare testo sono le varie leggi cantonali di polizia, che in termini di contenuto sono però sostanzialmente tutte molto simili: «L'uso delle armi da fuoco deve essere proporzionato alla situazione», afferma Hofmann. Gli agenti di polizia possono usare le armi da fuoco se la loro vita, o quella di qualcun altro, viene messa in pericolo. Tra le altre cose, è importante considerare se esistano altri modi per respingere un attacco.
Pochi casi all'anno - Le armi d'ordinanza sono usate molto raramente in Svizzera: nel 2018 sono stati 12 gli impieghi di armi da fuoco da parte di agenti della polizia, nel 2019 i casi sono stati 15. Un numero che tende a diminuire continuamente dal 2010. Gli esperti attribuiscono ciò alla formazione degli agenti di polizia da un lato, e ad altre risorse operative (come ad esempio il taser), dall'altro.




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