«Per andare al lavoro ogni giorno 110 chilometri in bicicletta»

La storia di un frontaliere della provincia di Varese che ha scelto di compiere il suo tragitto giornaliero in un modo alternativo: «Mi alleno, mi rilasso e rispetto l’ambiente».
LAVENO MOMBELLO - Da Ceresolo (in provincia di Varese) a Sant’Antonino, ogni giorno in sella sulla sua bici. Mentre migliaia di frontalieri quotidianamente affrontano colonne infinite in auto, attese sul TILO o code alle dogane, c’è chi ha deciso di prendere un’altra strada. O meglio: un’altra pista.
Si chiama Martino Caliaro, vive a Laveno Mombello, ed è un ex ciclista professionista. Ogni giorno, Martino percorre 110 chilometri in bicicletta, tra andata e ritorno, per recarsi al lavoro a Sant'Antonino. A darne notizia il portale Varesenoi.it.
Per lui è la normalità - Martino non è nuovo alle sfide in sella. Oltreconfine è conosciuto come il “Re del Cuvignone”, per aver scalato la celebre salita varesina oltre 550 volte, 250 in un anno, 300 in un altro.
«La passione per il Cuvignone è nata durante gli anni da professionista, quando mi allenavo spesso con Ivan Basso», racconta Martino. Oggi lavora nel settore medico, dove si occupa dello sviluppo di protesi ortopediche. Un impiego che si trova, tuttavia, a 55 chilometri da casa. Per lui, però, la distanza non è un ostacolo.
«Ogni giorno parto da Ceresolo per arrivare a Sant’Antonino, attraversando paesaggi mozzafiato lungo il Lago Maggiore. Impiego circa un’ora e 40 minuti per tratta, ma non inseguo il cronometro. È il mio modo di vivere, di tenermi in forma, di rilassarmi».
La bicicletta, per Martino, è anche una scelta ecologica. «È il mio contributo all’ambiente: zero emissioni, zero spese, niente stress da traffico. E mentre gli altri sono in colonna, io sono in movimento, nel verde».




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