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SVIZZERAManca la neve? «Bisogna potenziare i cannoni, in Svizzera c'è margine»

06.01.23 - 11:42
Per Martin Hofer, bisogna puntare maggiormente sui cannoni
IMAGO
Fonte Ats
Manca la neve? «Bisogna potenziare i cannoni, in Svizzera c'è margine»
Per Martin Hofer, bisogna puntare maggiormente sui cannoni

BERNA - Manca la neve sulle piste da sci? È perché la Svizzera è in ritardo sul fronte dell'innevamento artificiale: parola di Martin Hofer, direttore commerciale della filiale elvetica di Technoalpin, società con sede a Bolzano (Alto Adige) leader mondiale nella produzione di impianti del ramo. A suo avviso anche le stazioni di bassa quota hanno un futuro se si punta sui cannoni.

«Da un punto di vista puramente tecnico, i limiti dell'innevamento in Svizzera sono ben lungi dall'essere esauriti», afferma Hofer in dichiarazioni raccolte dall'agenzia Awp. Con un moderno sistema un'area sciistica può essere completamente innevata in tre o quattro giorni: questo è il valore standard, ma in Svizzera spesso non viene raggiunto perché l'approvvigionamento idrico è troppo scarso.

All'estero gli operatori si affidano maggiormente ai cannoni da neve: in Svizzera poco più della metà dei chilometri di piste sono tecnicamente innevati, mentre in Alto Adige la quota sale al 95%. Non basta comunque avere i cannoni: c'è sempre la questione della potenza dell'impianto, della quantità di neve che può produrre, a quale temperatura e in quanto tempo. «La Svizzera ha ancora un enorme potenziale tecnico in questo campo», afferma l'esperto.

Attualmente nella Confederazione sono necessari diversi periodi di freddo per rendere bianche le piste. Questo perché per la produzione di neve artificiale è necessaria una temperatura dell'aria compresa tra -10 e +1 gradi e un'umidità minima. Bisogna approfittare dei momenti di freddo che continueranno ad esistere, anche se il cambiamento climatico porterà ad un aumento delle temperature, osserva Hofer.

I mesi più importanti per l'innevamento sono novembre e dicembre. Quando il clima è freddo, una stazione sciistica può iniziare la stagione indipendentemente dalle precipitazioni nevose e garantire buone condizioni delle piste. Questo è particolarmente importante per il periodo natalizio, in cui l'industria realizza oltre un quarto del suo fatturato. Una volta che la pista è coperta di neve, questa resiste anche a temperature superiori a zero gradi, spiega Hofer. Anche perché la neve artificiale si scioglie meno rapidamente di quella naturale.

Senza impianti di innevamento il rischio di una falsa partenza della stagione sciistica è molto più elevato: non solo le temperature devono essere inferiori allo zero, ma vi devono essere anche precipitazioni. Secondo il manager se l'importante attività natalizia viene meno a causa della mancanza di neve la stagione è già da considerare praticamente in modo negativo.

Stando all'intervistato in Svizzera anche le stazioni sciistiche di bassa altitudine non hanno ancora esaurito le loro chances. Con sistemi più efficienti si potrebbe dimezzare il tempo di innevamento: ciò consentirebbe alle società di gestione di tenere aperte le piste anche qualora il numero di giorni freddi dovesse diminuire a causa dei cambiamenti climatici.

Oggi questo non è possibile in molti impianti in Svizzera perché l'approvvigionamento idrico è troppo scarso, sostiene Hofer. Non si possono innevare tutte le piste contemporaneamente e di conseguenza è necessario più tempo per un intero comprensorio. «Se non avete finito l'ultima pista e dovreste già innevare la prima, avete un problema se ci sono solo tre o quattro periodi di freddo utili per l'innevamento». Molte stazioni non dispongono di bacini idrici e stazioni di pompaggio. Sono necessari investimenti: come regola generale, 1 milione di franchi per ogni chilometro di pista, secondo lo specialista.

A suo avviso si tratta comunque di soldi spesi bene, perché senza l'innevamento artificiale in molti luoghi non ci sarebbe più turismo sciistico. «Se non c'è neve, è finita». E quando gli impianti di risalita cominciano ad avere problemi intere valli alpine si trovano in difficoltà. Perché ogni milione speso dai turisti in quota porta alla valle un valore aggiunto di oltre 6 milioni. La giornaliera è infatti solo una delle voci di spesa: si aggiungono gli oneri di viaggio, vitto, pernottamento, noleggio sci e maestri di sci. Se le stazioni sciistiche fossero aperte solo per 30 giorni invece degli attuali 100, gli investimenti in alberghi, ristoranti o altri servizi non renderebbero più. Ciò si ripercuoterebbe anche sulle imprese locali: la base economica di molte valli alpine sarebbe minacciata e con essa decine di migliaia di posti di lavoro. La conseguenza sarebbe un esodo dalle valli, mette in guardia il venditore di cannoni da neve.

Un recente studio dell'Università di Basilea ha però calcolato che il consumo di acqua per l'innevamento artificiale aumenterà considerevolmente se il cambiamento climatico continuerà a non essere controllato. Ad esempio per l'intero comprensorio sciistico di Andermatt-Sedrun-Disentis si prevede una crescita del consumo di acqua di circa l'80% entro la fine del secolo. Oggi parte di essa proviene dal lago Oberalp. «È probabile che si creino conflitti tra la domanda di acqua per il comprensorio sciistico e quella per la produzione di energia elettrica», si legge nella ricerca.

Hofer critica però questi calcoli: le centrali idroelettriche hanno un utilizzo di acqua molto superiore a quello degli impianti di innevamento. Inoltre l'acqua usata dai cannoni non viene consumata, ma si deposita sulla montagna in un diverso stato, come neve. Quando la neve si scioglie in primavera, l'acqua torna a scorrere a valle. Le perdite per evaporazione sono ridotte con l'innevamento programmato, afferma l'esperto. Inoltre, il consumo di elettricità degli impianti di innevamento rappresenta solo lo 0,1% circa del consumo elettrico della Svizzera e i sistemi di innevamento più moderni sono ancora più efficienti.
 
 

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COMMENTI
 

Balin 1 anno fa su tio
Fatemi capire... cioè.. si parla di potenziare l’innevamento sulle piste per sciare.. però copriamo i ghiacciai con i teli? 😳🤣

Sarà 1 anno fa su tio
Convertire le stazioni alle quote più basse, Tamaro insegna... Forse si riesce ad avere qualche piccola pista per bambini... Impensabile innevare come dice mister cannoni qui sopra, siamo a tutti gli effetti in stato d'emergenza energetica ed idrica, quindi si devono fare delle scelte di priorità.

Geni986 1 anno fa su tio
Beh vuoi che non tiri l'acqua al suo mulino il signore... Sono d'accordo un po' con vulpus e po' con Alex. Ridurre le stazioni sciistiche e far capo alla tecnica. Però ciò deve rientrare anche in un discorso più globale di gestione dell'acqua. L'accumulare neve in taluni luoghi può risultare vitale per mantenere viva l'economia alpestre in località già gravemente toccate dalla siccità d'estate.

Alex 1 anno fa su tio
Non capisco perché su queste cose siamo sempre gli ultimi! poi ci si lamenta che gli hotel sono vuoti e che le stazioni di sci devono chiudere!Sveglia signori !Bisogna investire nella tecnologia!se quella vera non arriva avanti con quella artificiale!

vulpus 1 anno fa su tio
Un articolo intetessante e che mette in evidenza i piangina nostrani che speculano sulla generosità della natura. Va potenziata la tecnica e ridotto il numero delle stazioni sciistiche

Gianca_Zurzi 1 anno fa su tio
basta, noi siamo neutrali e non vogliamo i cannoni!

francox 1 anno fa su tio
Sarebbe uno schiaffone al buon senso e a chi paga le tasse. E a chi dovrebbe stare attento ai consumi.

Maria Concetta 1 anno fa su tio
quindi la penuria elettrica non c'è più? avete idea di quanto consuma un solo cannone?

fapio 1 anno fa su tio
Risposta a Maria Concetta
Quanto? Sarebbe interessante saperlo

Axio 1 anno fa su tio
Con la carenza di acqua che sta martellando l europa Svizzera inclusa, si sta pensando come far divertire il turista per 2 mesi
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