La cultura scrive a Parmelin: gli aiuti arrivano troppo tardi

Le associazioni degli operatori del settore chiedono a Berna di uniformare a livello nazionale i criteri e le procedure
BERNA - Gli operatori dell'industria degli spettacoli e degli intrattenimenti culturali oggi hanno inviato una lettera aperta alle autorità federali lamentando che, malgrado l'urgenza della situazione, gli aiuti e i risarcimenti sono pagati troppo tardi.
Il settore degli eventi, chiuso da 11 mesi, si fa di nuovo sentire un giorno prima che il Consiglio federale - presumibilmente - annunci l'estensione delle chiusure dei luoghi di cultura.
Nella missiva inviata al presidente della Confederazione Guy Parmelin, al ministro delle finanze Ueli Maurer e alla direttrice della Segreteria di stato dell'economia (SECO) Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, si ricorda che quasi 30'000 persone nel settore culturale sono fortemente colpite dalle conseguenze della pandemia.
Con l'avanzare della crisi del coronavirus, è sorta una grande frustrazione dovuta ai ritardi nei pagamenti, ai criteri complessi e alle differenze di trattamento tra i Cantoni, sottolinea oggi un comunicato congiunto dell'Association des professionnels de la scène romande (Artos) e di un'altra decina di organizzazioni professionali dell'ambito dello spettacolo.
Per far fronte a queste difficoltà, le associazioni degli operatori del settore chiedono a Berna di uniformare a livello nazionale i criteri e le procedure per il pagamento degli aiuti nei casi di rigore, di abbassare i criteri di ammissibilità in modo che tutte le imprese interessate siano sostenute e di garantire pagamenti rapidi senza troppi ostacoli amministrativi.
Le riserve - sottolineano - sono esaurite dopo quasi un anno di crisi, e i costi fissi dovrebbero essere pagati con i soldi dell'aiuto per i casi di rigore.




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