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Michela RisIl Ticino non è un paese per mamme (che lavorano)

08.02.23 - 13:00
Michela Ris – Deputata GC PLRT
Michela Ris
Il Ticino non è un paese per mamme (che lavorano)
Michela Ris – Deputata GC PLRT

Quando una famiglia accoglie una nuova vita le emozioni sono fortissime: la gravidanza, il parto, preparare e curare ogni dettaglio per il nascituro…ma insieme alle emozioni molti sono anche i dettagli organizzativi di cui occuparsi, nell’ottica soprattutto della gestione del ménage familiare.

Se per i primi giorni di vita il congedo paternità e le 14 settimane garantite alle mamme permettono di gestire al meglio i nuovi compiti della coppia, per due genitori che lavorano e vogliono (o devono) continuare a farlo entrambi, uno dei pensieri principali è l’iscrizione ad un nido privato il prima possibile perché i posti sono limitati e le richieste sempre numerose. A partire dai 3 anni di età inizia poi l’avventura della scuola dell’infanzia (con il primo anno facoltativo e poi obbligatorio dai 4 anni) e qui iniziano i problemi perché gli orari degli asili pubblici in Ticino sembrano fatti su misura per le coppie degli anni 50: marito al lavoro e moglie a casa a occuparsi di figli e faccende domestiche. Perché con un orario di entrata tra le 8.30 e le 8.45, il ritiro alle 11.30 per le settimane di inserimento (che in molti casi durano mesi) e poi quando si raggiunge il tempo pieno ritiro alle 15.30 -15.45, è facile capire come sia praticamente impossibile gestire orari di lavoro e figli in contemporanea.

Sono stata alla prima riunione per l’asilo che mio figlio inizierà a settembre nell’anno facoltativo e sono rimasta colpita dallo sgomento dei genitori perché abituati agli orari dell’asilo nido, che in preda al panico si domandavano come gestire il proprio bimbo senza dover dare le dimissioni dal proprio posto di lavoro.

La conciliazione tra lavoro e famiglia è un tema urgente e di fondamentale importanza nella nostra società: con l'aumento delle richieste sul lavoro e l'aumento delle responsabilità familiari, diventa sempre più difficile equilibrare le esigenze lavorative e familiari.

Per affrontare questi problemi è importante che le aziende, le politiche pubbliche e gli individui lavorino insieme per promuovere la conciliazione lavoro-famiglia. Le aziende possono fare la differenza offrendo opzioni flessibili per l'orario di lavoro e supporto per la cura dei bambini mentre la politica dovrebbe veramente fare dei passi avanti promuovendo i centri extra-scolastici, che non devono essere per forza gratuiti, ma che possano permettere alle mamme di poter continuare a lavorare. Per molte donne avere un figlio implica un peggioramento della propria condizione sul mercato del lavoro e cioè un forte calo di reddito che è una delle cause principali del divario retributivo di genere che spesso le blocca in redditi inferiori per il resto della carriera. Secondo uno studio del Journal of Labour Research le madri con bambini in età prescolare hanno infatti maggiori probabilità di ritrovarsi inoccupate negli anni successivi al parto rispetto alle donne senza figli in età prescolare e questo semplicemente perché non ci sono le strutture adeguate. Consentire alle donne di tornare prima al lavoro e quindi subire un’interruzione più breve aiuterà anche a colmare il divario di genere.

Vogliamo un Ticino moderno dove ci sono le condizioni per poter lavorare, creare indotto e avere una crescita demografica? Allora mettiamo le famiglie nelle condizioni migliori possibili senza obbligarle a fare salti mortali tra nonni lontani o ancora occupati, tate, mamme diurne, inserimenti infiniti o semplicemente rinuncia alla propria carriera e soprattutto senza fare sentire in colpa le donne per avere anche altre aspirazioni oltre la famiglia o per essere lontane dai propri figli, cosa che peraltro agli uomini non succede praticamente mai.

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COMMENTI
 

gadoal 1 anno fa su tio
Facile criticare il sistema da un piedistallo. Cito dal suo sito web: "Ho oltre vent’anni di esperienza contabile/amministrativa nel settore fiduciario e collaboro alla gestione degli alberghi di famiglia." Lavorando nell'impresa familiare e soprattutto avendo avuto il primo figlio a 41 anni, parafrasando un modo di dire ticinese: "l'ha ga mia frecc ai pé". Come qualcuno ha scritto prima di me: mi sa che ha scelto il partito sbagliato in cui arruolarsi ;-) con questo non voglio dire che l'argomento non sia importante, ma non mi sembra la persona piu opportuna per scriverlo.

Mattiatr 1 anno fa su tio
In Ticino la maggior parte delle imprese ha meno di 10 dipendenti, è letteralmente impossibile richiedere ad aziende così piccole un ''impegno sociale'' proponendo una soluzione per mantenere i figli sul lavoro. Diciamo che sarebbe più possibile sopra i 100 dipendenti, le aziende con questa caratteristica sono una percentuale quasi inesistente sul totale, però coinvolgono circa un quarto della totalità degli occupati in Ticino. Quindi si potrebbe fare una politica che incentivi dei mini asilo in ditte sopra tot dipendenti, però mi pare quantomeno poco efficiente e efficace (non è detto che ci sia il numero di bocia sufficiente da giustificare un investimento del genere, si parla comunque di più locali ed una persona lì fissa a curarli). Per aumentare il numero di aziende grosse, quindi con la possibilità di offrire questo servizio ai dipendenti si potrebbe adeguare la politica fiscale cantonale favorendo le fusioni e riducendo un po' la tassazione a utili maggiori. Questo però in Ticino non piace ed implicherebbe l'eliminazione della solita retorica sui negozietti da proteggere, il turismo, il ristorantino, ... Ergo in Tesin mei lasaa perd.¶ Sarebbe inoltre interessante sapere cosa intenda con promozione dei centri extrascolastici e/o di asili. Anticipare l'inizio della scuola dell'infanzia facoltativa? Servirebbe un adeguamento delle strutture e del personale non indifferente, si parla comunque di passare da 3 anni di asilo a 5-6. La creazione di una ''nuova istituzione''? Che so il pre-asilo cantonale? Vedi problema sopra. In ogni caso la gestione delle strutture ha più senso a livello ''centrale'' (ergo comunale, distrettuale ed eventualmente cantonale) rispetto ad un livello diffuso (aziendale e/o come viene viene). Bisognerebbe capire cosa si vuole fare prima di definire come farlo.

falco8 1 anno fa su tio
Hai ragione ma sei nel partito sbagliato!

Giangino 1 anno fa su tio
Il PLR che pensa ai neo genitori? Ma è del mestiere?

Aigor99 1 anno fa su tio
Ma il tuo partito lo sa che la pensi così?🧐
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