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ARON PIEZZIRustici: urge un nuovo approccio per salvare il salvabile

22.12.22 - 08:33
TiPress
Rustici: urge un nuovo approccio per salvare il salvabile

ARON PIEZZI, DEPUTATO PLR - Ad inizio dicembre abbiamo appreso che il Consiglio degli Stati, dopo il sì del Nazionale, ha approvato una mozione che prevede una sanatoria per gli edifici costruiti più di 30 anni fa fuori dalle zone edificabili. La decisione, tra l’altro, non si riferisce solo ai rustici ticinesi
ma pure per gli chalet vallesani e i maiensässe grigionesi.

Proprio in quei giorni, l’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia, in collaborazione con le sue quattro Antenne di sviluppo regionale (Vallemaggia, Verzasca, Gambarogno e Centovalli-Onsernone-Pedemonte), ha presentato un “manifesto” voluto per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione dei rustici fuori zona edificabile (www.locarnese.ch). Il “manifesto” verrà esteso anche agli altri Enti regionali ticinesi, affinché tutti possano condividerlo e concretizzarlo.

Tutto ciò dimostra come sia importante occuparsi con maggior insistenza del tema dei rustici, in un’ottica non solo rivendicativa ma piuttosto legata alle opportunità che essi possono rivestire per il futuro delle periferie. Sappiamo benissimo che questo patrimonio,
per vari motivi, è oggi seriamente a rischio: è perciò indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile.

In questi giorni, con i colleghi Buzzini, Ghisla, Soldati e Ferrari, ho inoltrato una mozione che mira a cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabile. Gli interventi di ristrutturazione, a carattere conservativo e/o con cambiamento di destinazione, devono essere favoriti e incentivati perché concorrono alla tutela del paesaggio, e non – come avviene adesso – considerati delle eccezioni (oppure addirittura ostacolati a seguito di un atteggiamento troppo intransigente).

Questo nuovo approccio si giustifica anche perché il territorio fuori zona edificabile è un patrimonio di valori, risorse e saperi, importanti per il futuro delle zone discoste, per il benessere dei cittadini e per sviluppare nuove offerte legate al turismo sostenibile e all’economia del settore primario.

La montagna deve essere vista in modo dinamico, unendo tradizione, tutela, valorizzazione ma pure spirito innovativo. Del resto, i rustici rappresentano il modo in cui i nostri antenati sono riusciti ad avere un rapporto funzionale ma pure armonioso con il territorio, adattandosi e individuando soluzioni anche ingegnose per riuscire a vivere e a lavorare in condizioni spesso avverse.

È quindi arrivato il momento di rivedere il quadro legale in vigore, alfine di permettere al buon senso di prevalere sull’applicazione di principi giuridici, corretti sulla carta ma che nulla hanno a che vedere con la dignità delle nostre montagne e di chi un tempo li ha vissuti.

L’articolo legislativo in questione, come noto, è il 24 della Legge federale sulla pianificazione del territorio (e relativa Ordinanza). Bentinteso, le norme dovranno sempre essere rigorose e puntuali, per consentire interventi rispettosi delle tipologie architettoniche tradizionali; ma è essenziale riconoscere anche un valore paesaggistico e culturale ai rustici fuori zona edificabile, in cui uomo e natura abbiano relazioni positive e rispettose.

La mozione, infine, chiede esplicitamente al Consiglio di Stato di attivarsi presso la Conferenza dei Cantoni alpini e promuovere – tramite le rispettive deputazioni alle camere federali – la revisione della Legge federale, in sintonia con gli intendimenti presentati nel nostro atto parlamentare. Senza un cambiamento di approccio, soprattutto dell’autorità federale, il destino del nostro patrimonio costruito, già in difficoltà, è segnato.

Non possiamo permetterci questo danno irreversibile!

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COMMENTI
 

Princi 1 anno fa su tio
finalmente uno che ragiona con la testa e non con .....

Mattiatr 1 anno fa su tio
Quello che dici è vero, anzi, talvolta pure peggiore. La legge federale sulla pianificazione del territorio è abbastanza chiara sugli edifici esistenti in fuori zona, possono esser riattati unicamente se preservano lo scopo per la quale sono registrati (tagliando il concetto con l'ascia). Pure io in passato ho provato a introdurmi al tema, anche perché lavoro nel settore quindi pensavo di esser avvantaggiato, dopo due mesi di studio ho lasciato perdere. Il problema essenzialmente è che la legge risale al ''79, quando le aree fuori zona erano per lo più agricole, quindi quelle che erano stalle, oggi considerate rustici mantengono la destinazione vecchia (agricola). Tradotto in parole povere, un monte destinato alla pastorizia, può esser sistemato solo se mantiene lo scopo, quindi ospitare pastori che curano il gregge, il tutto sotto supervisione dell'organo competente (vai a capire qual'è). Il dipartimento del territorio ha provato a metterci una toppa con il PUC-PEIP, cosa che a quanto pare non è molto ben vista a livello federale.¶ In sintesi se vuoi farci qualcosa devi dimostrare che l'edificio ristrutturato manterrà lo scopo agricolo (quindi devi essere un pastore), usarlo per la pastorizia un tempo sufficiente da non dare nell'occhio e poi riprendertelo come rustico di vacanza. Prova con qualche fondazione agricola nel tuo territorio, magari dandolo in concessione per un paio di decenni riesci a far partire i cantieri (poi ''sottobanco'' lo usi te). Diciamo però che avendo già fatto domanda di costruzione non mi stupirei se ricevessi particolari attenzioni dal dipartimento. Oppure cerca di fare un lavoro abusivo che non si noti troppo, cercando di mantenere un minimo di discrezione durante i cantieri e nell'opera finale, con la ''complicità'' del municipio che se caso non sapeva nulla. Comunque sia questo è il livello che ha raggiunto la burocrazia in Svizzera, per quanto riguarda l'edilizia è a dir poco caotica.

Geni986 1 anno fa su tio
Ho vissuto sulla mia pelle quanto descritto dal Signor Piezzi. Domanda di costruzione dettagliata, nel rispetto delle direttive supplementari per edifici contemplati nel PUC-PEIP, per due edifici facenti parte di un nucleo su un Monte ben noto, uno dei quali con tetto crollato da "soli" 14 anni. Rustici che compaiono nella lista deglj edifici degni di conservazione. Bellinzona ha risposto picche, con un bell'elenco di punti preconfezionati. Migliaia di franchi tra perizie, estratti, architetto, con l'obiettivo di rirendere decoroso il nucleo in oggetto, nel rispetto e nella valorizzazione dell'architettura dell'epoca (con pieno sostegno da parte del comune)... Tutto inutile... e non voglio rimanere in lite; mi mangerei il fegato e basta. La tristezza è comunque grande. Grazie per questa mozione!

Ferro53 1 anno fa su tio
Fuori zona edificabile non vuol dire non riattabili, o sbaglio?

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Ferro53
È un caos, fuori zona in sé non è concesso nulla, salvo in Ticino dove sono state fatte regole, che però in teoria sono contro le leggi federali in tema. Poi però se lo scopo è agricolo o pubblico si ha la possibilità di riattare se non addirittura erigere nuove strutture. Diciamo che la situazione è talmente incasinata da render conveniente un abusivismo che non dia troppo nell'occhio.
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