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LOCARNO«Cosa mi fa ridere oggi? Poche cose. La gente si riconosce nelle mie storie»

06.03.24 - 06:30
Il comico pugliese Uccio De Santis si (e ci) racconta al Teatro Kursaal, sabato 9 marzo. Sketch e monologhi, «improvvisazione e semplicità».
Instagram/Uccio DeSantis
«Cosa mi fa ridere oggi? Poche cose. La gente si riconosce nelle mie storie»
Il comico pugliese Uccio De Santis si (e ci) racconta al Teatro Kursaal, sabato 9 marzo. Sketch e monologhi, «improvvisazione e semplicità».

LOCARNO - "Stasera con Uccio": barzellette, sketch e monologhi, in complicità con il «pubblico protagonista». È il comic-show dell'attore pugliese Uccio De Santis, in scena al Teatro Kursaal di Locarno il prossimo sabato 9 marzo (ore 20:45).

E sul palco ticinese il comico porterà soprattutto se stesso: dagli esordi in carriera agli esilaranti scorci di vita privata («i rapporti in famiglia e nella coppia col passare del tempo»), in fondo un po' comuni a tutti noi. Per il Ticino è dunque tempo di alleggerimento dalla seria quotidianità, perché ci si possa finalmente prendere tutti un po' meno sul serio: sorridendo su carriera e amori, pregi e difetti, in un'altalena di successi e delusioni.

In questo viaggio del buon umore e della leggerezza - merce sempre più rara - ci si trova accompagnati per mano dalla lunga esperienza (in teatro, tv e sul web) dell'attore, che non perde però mai il gusto dell'improvvisazione.
Uccio, cosa ti fa ridere oggi?
«Poche cose, perché la comicità è nella semplicità e nell'improvvisazione. Mentre oggi ci sono troppe cose preconfezionate. Nel mio show si improvvisa, alla gente piace e al termine mi chiedono: "Dove sei domani?"»
Carlo Verdone sostiene che il politically correct uccide le risate.
«La mia comicità non incontra questo ostacolo. Perché racconta storie di vita vissuta. Non disturbo nessuno, tanto meno la politica. Tratto temi attuali dove tutti si riconoscono, ecco perché la gente sorride e gradisce, annuendo come per dire: "è successo anche a me"».
C'è un attore a cui ti ispiri?
«No, ma sono innamoratissimo di Totò e Massimo Troisi. Come showman guardo a Fiorello, da cui c'è da imparare tanto. Mi piace la comicità fatta di pause ed espressioni, come Celentano».
I tuoi sketch spopolano sul web, c'è una differenza con gli show-live?
«Cambia molto, ciò che vediamo sui social non è nato per il web. È successo così, casualmente: abbiamo spezzettato il programma tv e lo abbiamo divulgato sui social, con episodi brevi e comici. Sul palco è diverso: un primo piano in tv è differente dal dialogo con la gente, con qualche pausa in più a teatro e con un approccio più aggressivo nella confusione delle piazze».
Cosa aspettarsi dal tuo spettacolo di Locarno?
«Non posso allontanarmi dalle barzellette, che racconto, passando poi al monologo con storie di vita quotidiana. Come l'episodio di mio padre che voleva facessi il medico come lui. Con una novità, coinvolgere il pubblico, che diventa protagonista. E qualcuno sale anche sul palco». Un cocktail che «piace molto e in tanti vogliono tornare».

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