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MILANO FASHION WEEKDue ticinesi sulle passerelle milanesi

06.02.23 - 06:30
Mariam Soliman e Sean Davin Bayer hanno sfilato durante la prima fashion week del 2023. Ecco com'è andata
Tio
Due ticinesi sulle passerelle milanesi
Mariam Soliman e Sean Davin Bayer hanno sfilato durante la prima fashion week del 2023. Ecco com'è andata

SAVOSA / MILANO - Da Locarno e da Mendrisio, fino a Milano. Negli scorsi giorni si è svolta nel capoluogo lombardo la settimana della moda dedicata alle collezioni autunno-inverno. Tra i flash dei fotografi e il rumore di tacchi in passerella, non sono passati inosservati i volti di due giovani ticinesi. Mariam Soliman (22 anni) e Sean Davin Bayer (27) hanno sfilato per alcune firme importanti, lei per Simon Cracker, lui per Giorgio Armani. Li abbiamo intervistati.

Come nasce la passione per questo lavoro?
M.
 Ricordo che fin da piccola mi divertivo a vestire le bambole disegnare manichini, o forse ciò che per me a quell'età potesse sembrare un manichino visti i risultati non proprio fantastici. Col passare del tempo a far crescere questa passione dentro di me è stata la ginnastica ritmica, a mio parere una disciplina che crea il giusto mix tra estetica, musica ed espressività. Ho ancora uno dei tanti costumi che io e le mie compagne di squadra indossavamo durante le gare ed è anche il mio portafortuna, infatti mi è capitato di riutilizzarlo per alcuni progetti personali.

S. Quando ero più giovane mi è capitato svariate volte di sentirmi chiedere se volevo andare a Milano a fare il modello. Sono sempre stato appassionato di questo mondo, ma fino ai 18 anni non ho fatto nulla. Dopo le medie ho lavorato come giardiniere, pittore. Ho fatto un po’ di tutto. Fino al militare, quando è cambiato tutto.

Come ti sei avvicinata/o al mondo della moda?
M. Portando avanti la mia passione, ho scelto di studiare Fashion Styling allo IED di Milano e quest'anno mi dovrò laureare a luglio. Ho scelto questo corso perché il mio sogno sarebbe far coincidere le mie due grandi passioni: la musica e la moda. Vorrei intraprendere una carriera musicale curando personalmente la mia immagine e utilizzare gli abiti come un'estensione della mia personalità.

S. Dopo il militare la mia ex ragazza mi ha segnalato, senza dirmi nulla, a un’agenzia, che in breve tempo mi ha contattato. Così è partito tutto. Ho fatto per un paio di anni piccoli eventi, mi mandavano in tv a fare comparse. Finché nel 2019 non ho firmato un contratto come professionista. Lì sono cominciate le sfilate.

Com’è andata la sfilata di settimana scorsa?
M. La sfilata della settimana scorsa è stata un mix di emozioni positive. Ero felice di poter sfilare soprattutto perché il brand "Simon Cracker" lo supporto da tempo e ho avuto la fortuna di conoscere e collaborare con il fondatore, Simone, e il suo braccio destro Filippo, utilizzando i loro capi per diversi miei progetti personali e aiutandoli anche nell'organizzazione di questa sfilata e altri eventi nel corso dell'anno.

S. What a moment, proprio. È stato indescrivibile, è stato quasi come un sogno. Senza considerare per forza l’evento in sé, poter lavorare per una casa di moda del genere è stato davvero incredibile.

Era la prima volta?
M. Sì, per la prima volta ho partecipato a una sfilata nei panni di modella, mentre prima avevo già lavorato come vestiarista per altre sfilate durante la Fashion week. Mentre questa volta, Simon Cracker ha voluto coinvolgermi in passerella ed è stata una fantastica opportunità.

S. No. Nel 2019 per esempio ho sfilato per Buscemi, ma Giorgio Armani è stata la mia prima vera grande firma. Infatti nelle ultime settimane sono successe tante cose. È arrivato tutto di botto, è davvero pazzesco e stanno succedendo tante cose molto in fretta adesso.

Com’è lavorare nel mondo della moda al giorno d'oggi? 
M. Nonostante ami lavorare in quest'ambito, credo che negli ultimi anni il mondo della moda stia rischiando di diventare saturo. Al giorno d'oggi ci sono infinite possibilità per entrare a far parte di questo settore apparentemente esclusivo, perciò è sempre più complicato riuscire a distinguersi e farlo nel modo giusto. Una cosa è certa, lo stress sarà un compagno di vita che mi accompagnerà nel bene e nel male per tutta la mia carriera futura.

S. C’è un lavoro dietro non evidente. Bisogna avere costanza. Io adesso sto quasi sempre a Milano, anche perché è da qui che fai tutti gli spostamenti, prendi i voli e tutto. Infatti vorrei ringraziare tantissimo la mia famiglia, i miei amici e il mio agente per avermi sempre sostenuto durante il percorso.

A livello di aspetto fisico, ci sono ancora molte pressioni?
M. Dopo le numerose critiche che sono state avanzate soprattutto da celebrità e personalità di spicco qualcosa sicuramente è cambiato. Ritengo che la moda voglia lanciare un messaggio inverso, di inclusione, e la body positivity sta avendo successo. I canoni di bellezza sono sicuramente cambiati, i difetti valorizzano l'immagine e questi sono aspetti che permettono a molte persone di intraprendere una carriera da modello/a e trarne anche dei benefici personali. Io stessa mi reputo fortunata di aver avuto l'opportunità di sfilare e farlo mi ha fatto sentire più sicura di me stessa.

S. Io vedo il mondo della moda come molto più inclusivo. Ho visto questo settore proprio crescere da questo punto di vista. A me personalmente sono sempre e solo stati dati consigli e se erano critiche sono sempre state molto costruttive. Come si sa ci sono degli standard fisici in cui rimanere e questo comporta sicuramente lavoro. Però già di mio, mi curo molto e mi tengo in forma.

Oltre alle sfilate avete altri impegni nel campo della moda?
M. Sì, al momento sto realizzando nuovi progetti personali e quella che sarà la mia tesi di laurea. Nell'ultimo anno ho avuto la possibilità di assistere e collaborare con altri stylist, partecipando a shooting fotografici per editoriali e per alcuni e-commerce. Più di recente ho avuto la fortuna di lavorare con la stylist dell'artista Anna Pepe per il video musicale in collaborazione con Guè Pequeno e Sfera Ebbasta.

S. Oltre alle sfilate lavoro nel settore a 360 gradi. Perché alla fine è davvero vario il lavoro, e oltre alle sfilate ho avuto la fortuna di fare esperienza in tutti gli ambiti, come nell'ambito fashion Poi negli ultimi due anni, ossia da quando ho cambiato agenzia, passando quindi a Fashionmodel, ho avuto modo di fare molta esperienza anche dal lato commerciale. Per me è stato un vero e proprio cambio di marcia a livello lavorativo.

Chi è lo/la stilista per cui ti piacerebbe sfilare e/o lavorare?
M. Carlos Nazario è uno stylist che sto seguendo molto in questo periodo, collabora spesso con i-D Magazine, e mi piacerebbe molto assisterlo o collaborare con lui. Per quanto riguarda sfilare invece, oltre a Simon Cracker per il momento non ho avuto altre proposte, ma sono aperta a nuove esperienze anche in questo ruolo, perciò spero si ripeta presto l'occasione di tornare in passerella.

S. Il primo che sognavo era Giorgio Armani. Secondo vorrei dire Versace, anche se me ne piacciono davvero molti. Anche Tom Ford non sarebbe per nulla male.

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COMMENTI
 

Dylan Dog 1 anno fa su tio
Bravi!!

Soleluna 1 anno fa su tio
Bravi!!!

Bilbo 1 anno fa su tio
Non è nemmeno alta moda

Dylan Dog 1 anno fa su tio
Risposta a Bilbo
Commento pieno di pura invidia!

Core_88 1 anno fa su tio
Bravi!
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