Nuovi riacquisti di azioni? Dipende dalla politica, non da UBS

Novità sono attese per la fine dell'anno o per l'inizio del 2025
ZURIGO - Ulteriori programmi di riacquisto di azioni da parte di UBS dipenderanno da eventuali decisioni politiche relative a requisiti patrimoniali più severi: lo ha affermato il Ceo Sergio Ermotti in occasione di una conferenza del settore organizzata da Bank of America.
La grande banca elvetica intende comunicare i suoi ulteriori piani di riduzione del capitale in concomitanza con i risultati del quarto trimestre, vale a dire il 4 febbraio 2025. Attualmente sta conducendo un programma di riacquisto di titoli per 2 miliardi di dollari al massimo fino all'aprile 2026 e si aspetta che la distribuzione possa poi continuare.
Ermotti non ha voluto sbilanciarsi su un possibile esito delle discussioni in corso sulle norme di capitale per la banca combinata UBS-Credit Suisse (CS), pur dicendo di comprendere che il mercato desidera maggiore chiarezza. L'impresa - ha detto - non ha alcuna influenza sui tempi del processo in corso: l'istituto si aspetta comunque novità per la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo.
Nel frattempo l'integrazione di CS è sulla buona strada, ha assicurato il dirigente 64enne. In termini di riduzione dei costi la banca è addirittura "in anticipo di sei mesi", ha fatto sapere il manager. Entro la fine del 2026 la società punta a ridurre gli oneri di 13 miliardi di dollari (11 miliardi di franchi al cambio attuale) rispetto ai costi combinati di UBS e CS alla fine del 2022. Malgrado ciò non si vedranno grandi risparmi prima del 2025, poiché il gruppo continuerà a gestire due banche in parallelo, ha messo in guardia Ermotti.




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