Cerca e trova immobili
svizzera

Uno svizzero su tre non arriva a fine mese

Quando si parla di finanze, dilaga il pessimismo: affitti e premi di cassa malati non lasciano dormire la notte. Secondo uno studio, tuttavia, guardando al futuro le prospettive sono più rosee
Deposit Photos
Fonte Comparis
Uno svizzero su tre non arriva a fine mese
Quando si parla di finanze, dilaga il pessimismo: affitti e premi di cassa malati non lasciano dormire la notte. Secondo uno studio, tuttavia, guardando al futuro le prospettive sono più rosee

ZURIGO - Affitti alle stelle, premi di cassa malati sempre più onerosi e l’incubo di perdere il lavoro. Le preoccupazioni economiche non danno tregua a molti svizzeri, che oggi appaiono più cauti e insicuri nel giudicare il proprio benessere finanziario. Secondo un recente sondaggio di Comparis.ch - condotto lo scorso giugno dall'istituto di ricerche di mercato Innofact e che ha coinvolto 1034 persone in tutte le regioni della Sivzzera - un adulto su quattro si aspetta un peggioramento della propria situazione economica nel 2025. Eppure, lo sguardo verso il futuro resta sorprendentemente positivo: quasi la metà degli intervistati crede che nel 2030 le proprie finanze saranno migliorate. Una fotografia a due velocità, tra difficoltà presenti e fiducia nel domani.

Preoccupazioni attuali - Il 27% degli svizzeri prevede un peggioramento della propria situazione finanziaria, un dato stabile rispetto al 2024. Solo il 24% è ottimista. A pesare sono la paura di perdere il lavoro, l’aumento degli affitti e dei premi di cassa malati. «Le turbolenze economiche globali e l’inflazione alimentano l’incertezza», spiega Michael Kuhn, esperto di Comparis.

Disparità tra uomini e donne - Le donne risultano più pessimiste: solo il 18% è fiduciosa per il 2025 (contro il 29% degli uomini) e il 30% teme un peggioramento. Motivi? Lavoro part time più diffuso, stipendi più bassi e maggiore attenzione quotidiana al potere d’acquisto. Il 52% delle donne afferma di poter comprare meno rispetto all’anno precedente.

Il peso dei premi malattia - I premi di cassa malati restano un onere importante. Il 16% degli svizzeri ha difficoltà regolari nel pagarli, con punte del 22% tra chi ha redditi sotto i 4’000 franchi al mese. Anche le famiglie con redditi medi (fino a 8’000 franchi) non sono esenti. Kuhn sottolinea che le riduzioni aiutano, ma non risolvono il problema.

Bilanci familiari sotto pressione - Quasi un terzo della popolazione ha difficoltà a coprire tutte le spese. Il 6% non riesce ad arrivare a fine mese. Gli adulti tra i 36 e i 55 anni sono i più colpiti, spesso alle prese con mutui, figli e previdenza. Nei nuclei con redditi sotto i 4’000 franchi, il 17% lamenta difficoltà gravi. Ma anche chi guadagna di più non sempre vive sereno.

Più prestiti, meno margini - Con meno soldi in tasca, il 7% considera il prestito personale un’opzione concreta. Tra i giovani (18-35 anni) la percentuale sale all’11%. In un mercato immobiliare teso e con salari stagnanti, la scorciatoia del credito appare sempre più allettante, spesso alimentata da offerte online e poca consapevolezza delle conseguenze.

Tagli su consumi e aumenti - Quando il margine si restringe, si rinuncia prima di tutto a elettronica (64%), vestiti (61%) e uscite (57%). Solo il 6% ha intenzione di chiedere un aumento di stipendio, in calo rispetto al 9% del dicembre scorso. Meglio tenersi stretto un lavoro sicuro, che rischiare per un miglioramento salariale.

Ottimismo per il 2030 - Nonostante tutto, il 44% crede che nel 2030 la propria situazione economica sarà migliorata. Tra i giovani adulti, l’ottimismo sale al 69%. Una fiducia forse legata a percorsi formativi in corso, aspettative di carriera o semplicemente al desiderio di un futuro meno incerto. Solo un quarto teme un peggioramento.

Clima e consumi: poca influenza -Il dibattito climatico incide poco sui comportamenti finanziari. Il 77% degli svizzeri afferma che ha un’influenza minima o nulla sulle proprie scelte. Solo una minoranza dichiara di acquistare più prodotti regionali (34%) o di pensare a un’auto elettrica (22%). Kuhn parla di un atteggiamento di rinuncia: «Molti sembrano vivere secondo il principio ‘après moi le déluge’».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
COMMENTI
NOTIZIE PIÙ LETTE