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SVIZZERADick Marty punta il dito contro Berna

28.04.23 - 17:58
L'ex consigliere agli Stati si è sentito poco protetto dalle autorità quando ha riferito delle gravi minacce ricevute dall'Estero.
Tipress
Fonte Ats
Dick Marty punta il dito contro Berna
L'ex consigliere agli Stati si è sentito poco protetto dalle autorità quando ha riferito delle gravi minacce ricevute dall'Estero.

BERNA - L'ex consigliere agli Stati ticinese Dick Marty e relatore speciale del Consiglio d'Europa ha duramente rimproverato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in relazione alle minacce contro la sua persona.

Esprimendosi nel corso dell'emissione "Tagesgespräch" della Radio SRF, Marty ha espresso la sua incomprensione per il fatto che ci sia voluto così tanto tempo per ricevere protezione e sul perché le autorità non abbiano perseguito immediatamente i criminali. «La questione avrebbe potuto essere risolta rapidamente», ha affermato il ticinese.

Secondo Dick Marty, le minacce provenivano da elementi legati ai servizi segreti serbi che chiedevano alla malavita, assassini professionisti, di liquidarlo per scaricare sull'allora presidente kosovaro Hacim Thaci la colpa del suo omicidio.

Se le autorità svizzere fossero intervenute immediatamente presso il governo serbo e gli avessero comunicato di essere a conoscenza dei piani il complotto sarebbe fallito, ha detto Marty. «Ma a quanto pare non volevano turbare le relazioni diplomatiche. Non so perché».

MPC: in contatto con le autorità serbe

Interpellata dall'agenzia Keystone-ATS la Procura federale, senza commentare l'accusa di reazione tardiva mossa del ticinese, ha risposto che «le autorità elvetiche competenti sono in contatto con le autorità serbe a vari livelli». Vi sono stati scambi e incontri tra la Polizia criminale federale Fedpol e le autorità di polizia serbe, ha precisato l'MPC. Ciò fa «parte delle misure adottate»: lo scambio tra fedpol e le autorità di polizia serbe avviene in stretta consultazione con la Procura federale.

Campagna contro Marty in Albania

Tuttavia, la minaccia non proviene solo dalla parte serba, ha sottolineato Marty. Anche i media e persino i politici albanesi stanno conducendo una campagna diffamatoria contro di lui da anni. Questo approccio, ha detto, è pericoloso perché potrebbe istigare persone fuori controllo.

Marty ha poi espresso la sua frustrazione per il fatto che le autorità svizzere non gli abbiano detto la verità: il ticinese confida di non essere mai stato molto popolare nella Berna ufficiale, in particolare perché in passato aveva redatto un rapporto sulle prigioni della CIA in Europa, documento che avrebbe potuto interferire nelle relazioni tra Berna e gli Stati Uniti.

Relatore sui crimini di guerra

Quale relatore del Consiglio d'Europa nel 2010 Dick Marty aveva pubblicato un rapporto su presunti crimini di guerra delle milizie kosovare nella guerra d'indipendenza contro la Serbia. Nel 2020 il documento era servito da base, per il Tribunale speciale dell'Aia, per incriminare Hashim Thaci, allora presidente del Kosovo. E Marty aveva ricevuto minacce di morte proprio in relazione a questa attività.

L'ex consigliere agli Stati è quindi stato posto sotto alta protezione nel dicembre 2020. L'insieme completo di misure include tra l'altro una protezione stretta durante le apparizioni in spazi pubblici o misure tecniche di protezione nel luogo di residenza.

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COMMENTI
 

medioman 11 mesi fa su tio
Però è ancora vivo e vegeto.

PanDan 11 mesi fa su tio
ma alla pensione, questo, non c'ha mai pensato? secondo me ha un grave deficit di visibilità...

Nmemo 11 mesi fa su tio
Gli è assicurata la protezione pagata dal cittadino, di che si lamenta. Se vuole visibilità, gli si può sempre ricordare che è stato misurato quando, in virtù della carica di Consigliere di Stato, favoriva gli amici della Bora da Besa.

Don Quijote 11 mesi fa su tio
In Svizzera stiamo molto meglio che in Sudan, ma non siamo al livello della Svizzera rappresentata nelle cartoline.

Gus 11 mesi fa su tio
Fosse stato uno straniero l'avrebbero protetto.
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