L'accordo con l'Unione Europea è una scelta di sottomissione - Serve il voto del popolo e dei Cantoni

Andrea Sanvido, vice capogruppo Lega dei Ticinesi al Gran Consiglio
Il partito liberale ha deciso di sostenere i nuovi accordi con l’Unione Europea, una scelta che solleva forti preoccupazioni per il futuro della nostra sovranità e della democrazia diretta svizzera.
Dietro la promessa di una maggiore cooperazione con Bruxelles si nascondono infatti rischi concreti: l’ingerenza di giudici stranieri, la possibilità di misure di ritorsione contro la Svizzera e un’ondata di burocrazia europea che soffocherebbe le nostre istituzioni e la nostra libertà decisionale.
Accettare questi accordi significa accettare che decisioni fondamentali per il nostro Paese vengano prese al di fuori dei nostri confini. Non possiamo permetterci di svendere la nostra indipendenza politica e giuridica in nome di un compromesso che limita l’autodeterminazione svizzera.
Ancor più grave è la scelta del partito liberale di escludere i Cantoni da un voto formale, negando così la doppia maggioranza che rappresenta uno dei pilastri della nostra democrazia federale. È inaccettabile che un tema tanto importante venga deciso senza dare voce all’intero Paese.
Per questo chiediamo che l’accordo con l’Unione Europea sia sottoposto a un referendum obbligatorio, con scrutinio a doppia maggioranza di popolo e Cantoni. Solo in questo modo si potrà garantire un vero processo democratico e rispettare la volontà dei cittadini e delle regioni che compongono la Confederazione.
La Svizzera è nata libera e indipendente, e deve restare tale. La nostra identità non può essere oggetto di negoziazione. L’Europa è un partner, non un padrone: decidere del nostro destino spetta solo al popolo svizzero




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