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IO L'8 OGNI GIORNO«Rabbia e delusione per le dichiarazioni di Bertoli su Unitas»

12.02.23 - 17:05
Io l'8 ogni giorno
TiPress
«Rabbia e delusione per le dichiarazioni di Bertoli su Unitas»
Io l'8 ogni giorno

Il collettivo femminista Io l’8 ogni giorno esprime la sua profonda rabbia e indignazione per quanto affermato dal consigliere di stato Manuele Bertoli, ex direttore di UNITAS, nella sua recente conferenza stampa.

I fatti sono ormai tristemente noti, per 25 anni un ex dirigente dell’associazione ha molestato almeno 5 collaboratrici, sono anche emersi casi di mobbing e soprusi e il suicidio di una collaboratrice, che si è tolta la vita denunciando nel suo testamento una situazione insostenibile all’interno del posto di lavoro.

Di fronte a tutta questa sofferenza nessuna parola di scusa, nessuna riflessione critica sull’operato dell’associazione di cui lui è stato prima vice presidente e poi direttore. Addirittura in nome della necessità di permettere all’associazione di continuare il suo lavoro di aiuto alle persone cieche e ipovedenti Bertoli ha sostenuto la necessità di “elaborare” l’accaduto e andare avanti senza rimettere in discussione l’attuale comitato direttore. Come dire che la sofferenza delle vittime e il benessere sui posti di lavoro vale comunque meno della necessità di continuare ad operare. 

Come già successo con il caso dell’ex funzionario pubblico, della RSI e degli abusi nella scuola, anche qui la colpa dell’inazione dell’associazione viene attribuita alle vittime, colpevoli non aver parlato, di non aver denunciato o di averlo fatto in modo poco chiaro e determinato. Da vittime quindi si diventa rapidamente colpevoli o per lo meno complici.

Una narrazione inaccettabile e intrisa di una cultura maschilista e patriarcale che fa assumere la responsabilità di quanto accaduto a chi non ne ha e deresponsabilizza totalmente invece chi in qualità di direttore o superiore dovrebbe garantire ai collaboratori e alle collaboratrici un ambiente di lavoro sano e protetto. 

Una narrazione che non si interroga minimamente sulle ragioni che portano numerose vittime a tacere, a non parlare, a non fidarsi di chi è in una posizione di potere e dovrebbe essere responsabile di quanto accade e garantire il benessere dei suoi dipendenti. Per denunciare ci vuole tempo, ci vuole un clima di lavoro accogliente e rispettoso, ci vogliono luoghi adatti e protetti nei quali si può parlare sapendo di essere ascoltate senza giudizio o pressioni di alcuni tipo. Tutti elementi che verosimilmente non c’erano all’interno di UNITAS, dell’amministrazione, della RSI e di chissà quante altre realtà.

Tutte queste vicende mettono bene in evidenza come senza strutture di ascolto adeguate, esterne e non invischiate con le direzioni aziendali, e senza una reale politica di prevenzione, le molestie e gli abusi nei luoghi di lavoro continueranno ad esistere e ad essere accettate. 

Tutte queste vicende gettano anche qualche dubbio sull’utilità di continuare a procedere con audit i cui risultati vengono tenuti segreti e che comunque non portano mai a cambiamenti significativi all’interno delle situazioni analizzate e che nella stragrande maggioranza dei casi si risolvono con l’assoluzione dei quadri dirigenti.

Il collettivo Io l’8 ogni giorno da tempo ormai rivendica l’attuazione di una reale politica di prevenzione degli abusi e delle molestie, chiedendo servizi indipendenti di ascolto e di accoglienza, l’attivazione di un numero unico di emergenza per le donne vittime di abusi, violenza o molestie e la messa in campo di vere campagne di prevenzione.

Le parole di Bertoli, che purtroppo non è nuovo a esternazioni di questo genere (come dimenticare che aveva parlato di consenso nel caso del direttore di scuola media accusato di aver abusato di una giovanissima allieva), mostrano ancora una volta la necessità e l’urgenza di continuare la lotta affinché le nostre rivendicazioni vengano accolte e questi servizi messi in atto rapidamente.

Nell’ambito delle iniziative volte a sostenere queste rivendicazioni il collettivo organizza una serata pubblica lunedì 27 febbraio alle 20.00 presso lo spazio ADO a Besso con Valentina Mira autrice di X, romanzo che racconta il tabù e lo stigma che accompagnano lo stupro e la fumettista Sted autrice di Questo non è amore, grafic novel che racconta la violenza di genere in una relazione apparentemente “normale”.

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