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CINALa linea durissima di lotta al Covid di Shanghai sta sfibrando una città allo stremo

12.05.22 - 16:09
Lockdown senza sosta per arginare una manciata di casi, l'inquantificabile costo umano dell'approccio zero contagi
Reuters
La linea durissima di lotta al Covid di Shanghai sta sfibrando una città allo stremo
Lockdown senza sosta per arginare una manciata di casi, l'inquantificabile costo umano dell'approccio zero contagi

SHANGHAI - Se il tuo tampone risulta positivo devi fare la valigia e lasciare casa tua, ad aspettarti un capannone sempre illuminato  con centinaia di letti - che sui social è già stato soprannominato «il treno senza fine» - dove resterai per giorni, finché il tuo test non sarà nuovamente negativo. Nel frattempo funzionari statali entreranno in casa tua, perché ti sarà detto di lasciare la chiave nella serratura, e la disinfetteranno da cima a fondo. In barba pure alla costituzione, che non lo permetterebbe.

Se invece il tampone è negativo, ma vivi in una delle aree ritenute a rischio, è probabile che verrai praticamente murato all'interno di casa tua o del tuo condominio - con sbarre e cancellate montate nottetempo davanti al portone - e con l'impossibilità di ordinare cibo o merce da fuori, a parte quella che ti viene portata ogni giorno dai funzionari statali. Se per caso le tue scorte di cibo non saranno sufficienti, dovrai arrangiarti come potrai.

Sembra fantascienza ma è la Shanghai di questi giorni che tenta - con uno sforzo enorme - di arginare il virus seguendo la strategia cinese “a contagio zero”, annunciando restrizioni via via più severe. Anche se i casi di Covid nelle ultime 24 ore sono poco più di 1'000 (con circa 235 sintomatici) e la megalopoli cinese ha 25 milioni di abitanti.

Al momento la situazione in città, che come riporta la Bbc sta entrando nella sua settima settimana di lotta al Covid, è molto tesa con diversi lockdown a massima severità (non si può uscire dalla porta di casa, nessun delivery e forte limitazione di accesso alle strutture sanitarie) applicati a macchia di leopardo nelle aree ritenute più a rischio contagio. L'obiettivo è quello di debellare il virus dalla città entro la fine del mese. Una sfida non semplice, considerando anche che in alcuni quartieri ritenuti "Covid-free" sono appena emersi una manciata di casi.

«Questa nuova stretta ha cancellato ultimo barlume di speranza che mi restava...», ha commentato uno studente anonimo a Reuters, «ormai non possiamo nemmeno più camminare sul pianerottolo, sembrerà una sciocchezza ma quei 10 minuti fuori dalla porta di casa mi aiutavano a mantenermi più o meno mentalmente sano... Mi sembra di vivere in un incubo distopico, non ne usciremo mai».

Sebbene l'approccio zero contagi di Pechino stia costando carissimo, in termini economici ma anche sociali, il governo non sembra sentire ragioni nemmeno a fronte degli appelli alla ragionevolezza dell'Oms. Di recente il suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha definito la strategia della Repubblica Popolare «non sostenibile, considerando com'è e come si muove il virus oggi, e come pensiamo lo farà in futuro», ha argomentato. Una clip del suo intervento ha iniziato a girare sui social media cinesi, diventando estremamente popolare fra gli esasperati dalle restrizioni, prima di venire rimossa.

Dal canto suo la Cina etichetta il commento dell'Oms come «irresponsabile» spiegando che, al momento, sta procedendo in questo modo «mentre continua lo sforzo vaccinale». A oggi copertura con le 3 dosi è prerogativa solo del 38% della popolazione più vulnerabile, ovvero gli over 60. L'approccio utilizzato, spiega via portavoce Pechino, ripresa sempre da Reuters, «mette le vite dei cittadini al primo posto».

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