«È ovvio che gli hanno sparato nel petto»

Alexander Taraikovsky è morto lunedì scorso a Minsk durante gli scontri con la polizia. Parla la sua compagna
Alexander Taraikovsky è morto lunedì scorso a Minsk durante gli scontri con la polizia. Parla la sua compagna
MINSK - Alexander Taraikovsky, il manifestante bielorusso morto negli scontri con la polizia lunedì scorso a Minsk, è stato «sicuramente» ucciso da un proiettile sparatogli al petto, e non da un presunto ordigno che intendeva lanciare contro la polizia che gli sarebbe esploso in mano: lo ha dichiarato la sua compagna, Elena German in un'intervista all'Associated Press ripresa da vari media, fra cui il Guardian.
La donna ha potuto vedere il cadavere del suo compagno 34enne all'obitorio di Minsk: «Aveva una cucitura sul petto. Il foro era stato richiuso, ma c'era un livido nero che abbiamo subito notato. Le sue mani e i piedi erano intatti, non c'erano nemmeno delle ecchimosi», ha detto German. «È ovvio che gli hanno sparato nel petto».
Del resto il filmato che documenta la morte di Taraikovsky, ripreso da un cronista di AP e descritto dal quotidiano britannico, mostra l'uomo che improvvisamente crolla a terra e il sangue che gli inonda subito la maglietta sul petto. Non si vede cosa lo faccia cadere, non si vede alcunché che faccia pensare a un'esplosione né si vede alcun ordigno nelle sue mani.
«Mi sento indignata, provo rabbia. Per questo voglio che si faccia giustizia», ha dichiarato la donna, ritratta in una foto mentre trattiene a stento le lacrime, poco dopo il funerale di Taraikovsky di ieri pomeriggio. «In realtà - ha aggiunto German - sono anche molto spaventata. Sono stata lasciata sola, senza alcun aiuto. Mi sento svuotata».





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