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LIBANOBeirut, il giorno dopo proseguono le ricerche dei dispersi: sono oltre 100

05.08.20 - 09:18
Fonti della Difesa Usa smentiscono Trump e affermano che al momento non ci sono elementi per parlare di attentato
DFAE
L'interno dell'ambasciata svizzera a Libano.
L'interno dell'ambasciata svizzera a Libano.
Beirut, il giorno dopo proseguono le ricerche dei dispersi: sono oltre 100
Fonti della Difesa Usa smentiscono Trump e affermano che al momento non ci sono elementi per parlare di attentato
Svizzeri coinvolti: al momento l'unica a essere rimasta leggermente ferita è l'ambasciatrice Monika Schmutz

BEIRUT - I soccorritori continuano a lavorare nel porto di Beirut, devastato ieri da una terrificante esplosione che ha causato almeno 100 morti e oltre 4000 feriti. Bilancio che è destinato però ada aggravarsi: il governatore della capitale libanese ha comunicato che i dispersi sono più di un centinaio.

Attentato? La Difesa Usa frena - Il presidente degli Stati Uniti Trump ha dichiarato che i militari pensano che quello di Beirut sia stato un attentato e che «gli Usa aiuteranno il Libano». Ma la Cnn cita tre fonti della Difesa (che hanno chiesto l'anonimato) secondo cui non ci sono al momento elementi tali da poter affermare che quello di ieri sia stato un attacco deliberato.

Anche per i britannici è troppo presto - Il Regno Unito pensa che non sia ancora il momento per stabilire la causa dell'esplosione di ieri. «Le autorità libanesi stanno indagando sulle cause della tragedia e prima di avere i risultati dell'inchiesta è prematuro fare speculazioni» ha dichiarato Nick Gibb, ministro del governo Johnson.

Il corrispondente Ansa: «Vivi per miracolo» - Lorenzo Trombetta, corrispondente dell'agenzia stampa italiana Ansa, ha twittato nella notte: «Sono vivo. Ma le schegge hanno ferito i miei più cari. Vivi per miracolo. Pensavo di averne viste tante. Oggi sono entrato in un inferno mai visto. Ancora devo rendermi conto. Grazie a chi mi ha chiesto come stiamo. Mi scuso con colleghi a cui non ho risposto. Non si dorme».

Ferito un militare italiano - Un militare del contingente italiano in Libano è rimasto ferito in modo non grave. Altri sono in stato di choc e sono in osservazione in ospedale. Lo riferisce la Rai.

Morto un australiano - Il primo ministro australiano Scott Morrison ha dato notizia di almeno una vittima australiana. «Posso confermare che un australiano è stato ucciso», ha dichiarato, stando a quanto riportato sui media australiani. In Libano vive una «grande comunità australiana», ha proseguito Morrison, spiegando che l'ambasciata è stata danneggiata «in modo significativo». L'edificio si trova a 1,8 chilometri di distanza dal punto dell'esplosione. «Possiamo dire che tutto il personale sta bene, ma l'edificio dell'ambasciata è significativamente compromesso».

Due filippini tra le vittime - Il ministero degli Esteri delle Filippine ha comunicato che ci sono due morti, otto feriti e 11 dispersi provenienti dalla nazione asiatica. In Libano vivono circa 33mila filippini. Le vittime prestavano servizio nelle abitazioni dei loro datori di lavoro al momento della tragedia, ha comunicato il portavoce del ministero Eduardo Menez.

La Francia invia aiuti e medici - Tra le prime nazioni a rispondere alla richiesta di aiuti internazionali c'è la Francia. «Medici di emergenza raggiungeranno Beirut il prima possibile per rafforzare gli ospedali» ha twittato il presidente Emmanuel Macron. Insieme a loro saranno inviate «diverse tonnellate di materiale sanitario» e un distaccamento di sicurezza civile.

Collaborazione tedesca - Anche la Germania ha offerto collaborazione alle autorità libanesi. «Offriremo al Libano il nostro sostegno» ha dichiarato la vice-portavoce del governo Ulrike Demmer, comunicando la solidarietà della cancelliera Angela Merkel. «I nostri pensieri sono per coloro che hanno perso i loro congiunti. Ai feriti auguriamo una pronta guarigione».

Iran pronto a curare i feriti - L'Iran è pronto a mandare aiuti medici in Libano. Lo ha dichiarato il presidente Hassan Rohani, citato dalla tv di Stato. «Speriamo che le circostanze dell'incidente siano determinate il più presto possibile e che la pace ritorni a Beirut».

Svizzeri coinvolti - Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) sta ancora verificando la presenza di svizzeri coinvolti nell'esplosione. A parte l'ambasciatrice Monika Schmutz, che è rimasta leggermente ferita e si è recata in ospedale per ulteriori accertamenti.

Oggi Schmutz è tornata al lavoro e il suo stato di salute è buono date le circostanze, comunica il Dfae. Il resto del personale dell'ambasciata è rimasto illeso ed è in buona salute. Il Dfae non dispone attualmente d'informazioni su possibili vittime tra i cittadini svizzeri a Beirut. Attualmente in Libano vivono 1500 cittadini svizzeri. Inoltre, circa 20 turisti svizzeri sono attualmente registrati presso l’Ambasciata svizzera.

L’ambasciata svizzera è stata gravemente danneggiata a causa dell’esplosione di martedì pomeriggio.

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