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RUSSIA

Lavrov: «Trump l'unico a capire i nostri timori sulla NATO»

Il ministro degli Esteri russo ha riferito dei colloqui di Riad alla Duma, la Camera bassa del Parlamento
Foto AFP
Fonte ats
Lavrov: «Trump l'unico a capire i nostri timori sulla NATO»
Il ministro degli Esteri russo ha riferito dei colloqui di Riad alla Duma, la Camera bassa del Parlamento
MOSCA - Donald Trump è «l'unico leader occidentale» ad aver compreso che i timori della Russia per un possibile ingresso dell'Ucraina nella NATO sono stati tra le «cause profonde» dell'inizio del conflitto. Lo ha detto il ministro degli esteri r...

MOSCA - Donald Trump è «l'unico leader occidentale» ad aver compreso che i timori della Russia per un possibile ingresso dell'Ucraina nella NATO sono stati tra le «cause profonde» dell'inizio del conflitto.

Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, parlando alla Duma, la Camera bassa del Parlamento, sui risultati dei colloqui di ieri a Riad con una delegazione di Washington. Lo riferiscono le agenzie russe.

L'attuale presidente americano, ha affermato Lavrov, è stato «il primo, e a quanto mi consta l'unico leader occidentale, che ha pubblicamente e ad alta voce affermato che una delle cause profonde della situazione ucraina era la linea sfacciata della precedente amministrazione USA nell'attirare l'Ucraina nella NATO».

«Nessun leader occidentale lo ha mai detto, ma lui ha avanzato questa idea più volte», ha aggiunto il capo della diplomazia russa.

«Ciò - ha insistito Lavrov - è già un segnale che Trump ha compreso la nostra posizione quando il presidente Putin ha sottolineato, nella conversazione telefonica con lui, che ciò che è importante per noi non è un cessate il fuoco, che consentirà all'Ucraina di essere riarmata ancora una volta contro il nostro paese, ma una pace sostenibile a lungo termine basata sull'eliminazione delle cause profonde del conflitto».

Il ministro ha pure dichiarato che a Riad gli USA hanno dimostrato «interesse a rimuovere gli ostacoli artificiali a progetti potenzialmente molto promettenti e reciprocamente vantaggiosi, prima di tutto nell'economia, ma sono anche interessati a riprendere il dialogo sulla politica estera, sulla situazione internazionale, sui conflitti».

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