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GUERRA IN UCRAINA«Non escludo l'invio di truppe a Kiev»

14.03.24 - 20:37
Nell'intervista a reti unificate, Macron ha confermato l'ipotesi dei giorni passati.
keystone-sda.ch / STF (CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Fonte ats
«Non escludo l'invio di truppe a Kiev»
Nell'intervista a reti unificate, Macron ha confermato l'ipotesi dei giorni passati.

Anzi, il presidente francese insiste e le rafforza: «Noi abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere», ha affermato il presidente francese in un'intervista a telegiornali unificati, programmata per chiarire le sue dichiarazioni di 10 giorni fa sull'invio di truppe in Ucraina.

«Lei ha parlato di inviare truppe», gli ha chiesto uno dei due intervistatori. «Non siamo sicuri di farlo - ha risposto -, non siamo attualmente in questa situazione, ma per il momento non escludiamo l'opzione. Rivendico di aver menzionato questa possibilità - ha continuato -, abbiamo limitato troppo il nostro vocabolario. Non siamo in un'escalation. Non siamo in guerra contro la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere».

L'intervento in diretta tv di Macron è stato programmato al termine del primo dibattito fra i capilista delle elezioni europee in Francia. Un dibattito che è stato in tono minore, in un orario pomeridiano e su un'emittente - Public Sénat - sulla cui popolarità ha ironizzato il portabandiera dell'estrema destra di Marine Le Pen, Jordan Bardella, rifiutando di essere presente e inviando l'eurodeputato Thierry Mariani, ritenuto considerato uno dei più "filorussi" e "filoputiniani" del partito. A molti osservatori e analisti in Francia, l'iniziativa di Macron è apparsa come l'ingresso ufficiale in campagna elettorale del presidente. I sondaggi vedono staccato il campo della maggioranza macroniana di dieci punti rispetto all'avvantaggiatissimo Rassemblement National di Le Pen e Bardella.

«Se la Russia vincerà, la vita dei francesi cambierà», ha ripetuto Macron, aggiungendo che «la sicurezza della Francia si gioca in Ucraina». Che l'Eliseo e il Cremlino siano ai ferri corti e con relazioni quasi inesistenti è apparso evidente: «La Russia è un avversario. Il regime del Cremlino è nostro avversario», ha detto Macron, aggiungendo tuttavia che «non siamo in guerra contro la Russia. Noi siamo pronti a rispondere a una possibile loro escalation».

«Faremo il necessario per raggiungere il nostro obiettivo: la Russia non deve e non può vincere la guerra». Se ciò accadesse, ha proseguito, «non avremmo più alcuna sicurezza in Europa. La credibilità dell'Europa sarebbe ridotta a zero. Quale sarebbe la sicurezza degli europei?». Con Vladimir Putin, a più riprese suo interlocutore all'inizio della guerra, i rapporti sono ormai inesistenti: «Non ho avuto contatti con lui da diversi mesi. Ho parlato con lui ogni volta che è stato necessario».

Rimprovera a lui una «deriva personale», ma soprattutto il fatto di aver «pronunciato minacce», il che «non è appropriato quando si possiede l'arma nucleare». Su questo piano, la Francia «deve sentirsi protetta»: «Noi siamo una forza nucleare. Siamo pronti, abbiamo una dottrina» ma non provocheremo mai «un'escalation». Infine, parole nette e durissime per coloro che vogliono limitare il sostegno all'Ucraina: «Volere la pace non significa scegliere la sconfitta, ma essere credibili, essere forti e pronti».

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