Il graffito anti-Israele fa indignare Quadri

Dura la reazione del municipale leghista: «Non è libertà di espressione, ma vandalismo e manifestazione d'odio»
Dura la reazione del municipale leghista: «Non è libertà di espressione, ma vandalismo e manifestazione d'odio»
LUGANO - «La neutralità è complice nel genocidio». Così recita l'elaborato graffito comparso su una cabina del gas appartenente alla rete Ail, a Lugano. Sotto la scritta, si vedono macerie intrise di sangue, mentre sulla destra spicca uno scheletro che stringe tra le mani un missile militare decorato con i colori della bandiera israeliana.
Un'immagine che rappresenta una critica esplicita al dramma a Gaza, ma anche un'accusa verso l'inerzia da parte di Berna. Il graffito non è sfuggito ai radar del municipale leghista Lorenzo Quadri, la cui lettura però è tutt'altro che positiva.
«In giro per il Cantone circola sicuramente anche di peggio, ma non credo che un ente pubblico possa tollerare su una sua proprietà un graffito del genere, che attacca e calunnia la neutralità elvetica», segnala Quadri sui suoi social.
«Vari cittadini si sono giustamente sentiti offesi», incalza il municipale. Che precisa: «Questa non è "libertà di espressione", ma un atto di vandalismo (indipendentemente dal messaggio, non si può pitturare a piacimento la proprietà pubblica) oltre che l'ennesima manifestazione di odio islamo-gauchista».
Quindi la chiusa moralizzatrice: «Poi ci chiediamo come mai gli ebrei non possono più muoversi liberamente nemmeno in Svizzera senza rischiare di venire attaccati (vedi quanto accaduto nei giorni scorsi a Lucerna e Davos)».





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