Cerca e trova immobili

LuganoIl clown dottore che cura la tristezza dei malati

10.10.22 - 08:32
Nelle case anziani come negli ospedali: il lavoro di chi rigenera il sorriso.
Foto TiPress
Il clown dottore che cura la tristezza dei malati
Nelle case anziani come negli ospedali: il lavoro di chi rigenera il sorriso.

LUGANO - «Un malato si dimentica di ridere, noi gli ricordiamo che quell'emozione esiste ancora e gliela facciamo riscoprire». Cristina Allegri è un clown dottore e con l'associazione "Ridere per vivere" si prende cura della tristezza dei malati, nelle case anziani come negli ospedali. Ma sta lavorando per portare la sua arte del "sollievo" anche al domicilio di chi si trova sofferente in lungadegenza e questa sua idea di lavoro arriverà il prossimo 15 ottobre anche all'open day "Agorà per progetti ad impatto" previsto il prossimo 15 ottobre a Lugano in Via Ciseri 3 e organizzato da Impact Hub Ticino.

«Stiamo cercando di trovare nuovi sostenitori che credano sempre di più, come noi tutti i giorni, in questa disciplina: la gente a volte si fa un'idea di noi come di persone che improvvisano l'arte della clowneria e fanno semplicemente i pagliacci. Non è così: il metodo comicità e salute, su cui poggiano i nostri interventi, si basa su studi e ricerche di una disciplina, la gelotologia (dal greco γελὸς, riso) che sviscera il fenomeno del ridere in relazione alle sue potenzialità terapeutiche».

Allegri fa qualche esempio: «ridere - è appurato - allontana la percezione del dolore, agisce sul metabolismo e porta a una minore assunzione di farmaci. Uno studio ha dimostrato che il nostro lavoro serve a volte a ridurre la degenza di un bambino malato di almeno 1gg. Questo per noi assume un grande significato. Lenire la sofferenza di qualcuno è una grande vittoria».

La sua associazione - fondata da Leonardo Spina - ha cominciato a operare nel 2004: case anziani, centri di cura, i reparti di cure palliative degli ospedali e quelli oncologici dei bambini. I clown dottori - l'associazione di Allegri ne forma 10 all'anno alla fine di un percorso formativo di una decina di mesi - si sono sottoposti a un training comprendente varie materie come rafforzamento della consapevolezza, gelotologia, improvvisazione teatrale, ascolto attivo, arte del clown, psicologia della relazione, trucco e costume, scultura di palloncini.

«Serve questa preparazione per potere avere il corretto approccio con il malato - spiega - e riuscire a cambiare lo stato di una camera ogni volta che vi mettiamo piede. In 10-15 minuti dobbiamo riuscire a cambiare il mondo presente in quella stanza. Sa cosa abbiamo notato ogni volta che andiamo a soccorrere qualcuno con il sorriso? Il piacere di tornare ad essere presi in considerazione come persone».

Cercare di toglierli dall'isolamento in cui la malattia li ha confinati: di questo parla Allegri quando rimarca il fatto che «lasciamo loro un oggetto, che rappresenta un ancoraggio alle emozioni provate, ai momenti trascorsi insieme a noi, affinché nei momenti di sconforto non si sentano soli». La solitudine da togliere, in questo lavoro volontario che reca in sé grande nobiltà, eppure non riconosciuto (come accade per esempio nella vicina Italia). «Vorremmo professionalizzare la nostra persona, trovare un modo per finanziarci, trovare enti e istituzioni che accompagnino il nostro servizio sociale: dai privati ai comuni, questi ultimi molto importanti anche per l'estensione di questa nostra attività al domicilio della persona malata».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE