A Como doppiato il limite annuo consentito dalla legge. Male anche Varese
LUGANO - C'è aria pesante a due passi del confine, e non è un modo di dire. Nel 2017 in 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio della qualità dell’aria di tipo urbano, il limite annuale per le polveri sottili di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metrocubo. Di questi, ben 24 hanno superato più del doppio il limite previsto per legge, mentre in 5 capoluoghi si sono superati addirittura i 100 giorni nell’anno. Milano, con le sue 97 giornate oltre il limite, ci è andata molto vicino. Non vanno meglio le insubriche Como (69 giornate) e Varese (45 giornate).
La gravità e l'urgenza dell'inquinamento atmosferico in Italia si riflettono, come noto, anche alle nostre latitudini.
Mendrisiotto sopra i limiti - Gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2016, confermano la situazione preoccupante. Se è vero che sul fronte delle polveri fini, in Ticino, il 2016 era trascorso in maniera abbastanza positiva (numerose le località con una media annua conforme al limite di legge), tale limite rimaneva superato a Biasca, Bioggio, Chiasso e Mendrisio.
Risultava in diminuzione anche il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero, ad eccezione di Chiasso (22 giorni), ma comunque superiori ai minimi raggiunti nel 2014 e soprattutto al limite di legge (un solo giorno all’anno con una media superiore a 50 µg/m3).
Provvedimenti o multa - Il 30 gennaio, la Commissione Europea ha convocato i ministri dell’ambiente di 9 Stati membri (Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito) che hanno a loro carico diverse procedure di infrazione per il superamento dei limiti concordati di inquinamento atmosferico. L’incontro ha offerto la possibilità di dimostrare quali misure sono state messe in campo negli ultimi anni e quali ulteriori provvedimenti verranno intrapresi nel prossimo.
Le dure parole del commissario europeo Karmenu Vella non lasciano spazio a vaghe interpretazioni: «Questo incontro sulla qualità dell'aria è stato chiamato per tre motivi. Per proteggere i cittadini. Per chiarire che se non vi è alcun miglioramento della qualità dell'aria ci saranno conseguenze legali. E per ricordare agli Stati membri che questo percorso è alla fine di un lungo, in alcuni casi troppo lungo, periodo fatto di offerte di aiuto, consigli dati e avvertimenti fatti».