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BASILEATiene in casa una bambola con le sembianze del figlio morto

23.04.14 - 12:26
Una 30enne basilese ha sconfitto il dolore per la perdita del piccolo Simeon, 8 mesi, con un bambolotto iper-realistico
Foto 20min.ch / pjz
Tiene in casa una bambola con le sembianze del figlio morto
Una 30enne basilese ha sconfitto il dolore per la perdita del piccolo Simeon, 8 mesi, con un bambolotto iper-realistico

BASILEA - Inconsolabile per la morte del figlio, una donna di Basilea ha deciso di tenersi in casa un bambolotto iper-realistico che ne ricrea le sembianze. La storia è raccontata da 20minuten: Angela F., 30 anni, è stata colpita da una grave forma di depressione dopo la morte del figlio Simeon all'età di soli 8 mesi, per una grave malattia.

 

Per colmare il vuoto nella famiglia, la donna ha pensato di ricorrere a un “Reborn”, una replica di grande qualità di un bambino, realizzata in materiale plastico. Un'invenzione statunitense degli anni Novanta, che può arrivare a sfiorare i 1000 franchi per i modelli più costosi. Un'artista, ricevute le immagini del defunto Simeon, si è messa all'opera e ha realizzato il suo 'sostituto'.

 

La bambola, ribattezzata Simi, fa parte ormai a tutti gli effetti della famiglia: “Lo metto nel passeggino e vado a spasso, e quando sono sola gli parlo e gli racconto cosa sto facendo”, ha spiegato Angela. Anche l'altra figlia della donna, una bimba di cinque anni, avrebbe accolto bene Simi, che sarebbe diventato il suo compagno di giochi. “Qualche volta le devo ricordare che Simi è solo una bambola”, aggiunge Angela.

 

Se l'arrivo del “Reborn” ha riportato la serenità perduta nel nucleo famigliare, non tutti i parenti e gli amici hanno avuto reazioni positive. “Alcuni non l'hanno presa bene, soprattutto dopo che ho postato delle foto di Simi su Facebook” ammette la donna, che aggiunge che la maggior parte delle persone a lei vicine è contenta che la bambola l'abbia aiutata ad elaborare il lutto e a sconfiggere la depressione. In futuro Angela e il marito sperano di sostituire Simi con un vero figlio, ma è ancora troppo presto: “Ci pensiamo, ma il dolore è ancora troppo grande”.

 

Un caso-limite, quello della donna basilese, che viene accolto positivamente dalla psicoterapeuta basilese Swantje Brüschweiler. Secondo lei i “Reborn” possono essere un utile strumento transitorio per elaborare il lutto, ma mette in guardia anche dai potenziali pericoli: “Le persone dovrebbero essere accompagnate da un professionista così da costruire una relazione con il bambino scomparso, e non con il bambolotto. In generale, gli psicologi sono contrari all'uso di simili surrogati, perché impediscono spesso l'accettazione della morte del bambino”.

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