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Le zecche svizzere? Più pericolose di quanto si immaginava

Uno studio pubblicato oggi ha dimostrato la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.
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Fonte ats
Le zecche svizzere? Più pericolose di quanto si immaginava
Uno studio pubblicato oggi ha dimostrato la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.
ZURIGO - In Svizzera le zecche sono più pericolose di quanto ritenuto finora. Ricercatori dell'Università di Zurigo (UZH) hanno dimostrato in uno studio pubblicato oggi la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari ...

ZURIGO - In Svizzera le zecche sono più pericolose di quanto ritenuto finora. Ricercatori dell'Università di Zurigo (UZH) hanno dimostrato in uno studio pubblicato oggi la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.

Tra gli agenti patogeni, gli esperti hanno individuato nelle zecche nostrane anche il virus Alongshan (ALSV), scoperto solo qualche anno fa. Secondo l'indagine, sarebbe presente in quasi il doppio dei parassiti (7,6%) rispetto alla più ben nota meningoencefalite da zecche (TBE), individuata nel 4,2% degli esemplari.

Tuttavia, non è ancora chiaro quanto sia pericoloso l'ALSV. «La scoperta di questo virus è talmente recente che non è ancora possibile dire con esattezza in che misura possa essere rilevante per la salute della popolazione svizzera», ha dichiarato all'agenzia stampa Keystone-ATS Cornel Fraefel, virologo presso l'UZH che ha preso parte alla ricerca. Secondo uno studio condotto in Cina, dove il virus è stato scoperto per la prima volta nel 2017, i sintomi sarebbero però simili a quelli manifestati in caso di TBE.

Per analizzare la presenza di agenti patogeni, insieme ai suoi colleghi il virologo ha estratto l'acido ribonucleico (RNA) nonché il DNA da oltre 10'000 zecche provenienti da zone rurali e aree urbane in dieci cantoni diversi. Per individuare eventuali batteri, le zecche sono state anche sottoposte a test PCR. I risultati sono poi stati resti noti oggi sulla rivista scientifica Plos One.

«Siamo rimasti sorpresi dal numero di zecche in cui sono stati individuato batteri», ha detto Fraefel. Ad esempio, il 77,2% dei parassiti esaminati è risultato positivo ad almeno un patogeno non virale. Nelle aree urbane il tasso è di addirittura l'83,9%.

Ciò significa che «potenzialmente quasi tutte le zecche possono trasmettere una malattia», ha sottolineato Fraefel. «In molte zecche abbiamo rilevato una serie di agenti patogeni diversi, presenti contemporaneamente nei medesimi esemplari».

Il genere di batteri riscontrati più di frequente sono le cosiddette rickettsie, che possono scatenare l'anaplasmosi, un'infezione che si manifesta con sintomi quali febbre, brividi e mal di testa.

Il genere batterico Borrelia - noto agente della malattia di Lyme e affini - è stato individuato invece nell'8,2% delle zecche presenti in aree urbane e nell'1,9% in quelle prelevate in zone rurali.

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