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SVIZZERA/ITALIATutti assolti gli svizzeri accusati di truffa per la mostra dei falsi Modì

16.06.23 - 20:44
Il caso venne sollevato dal critico d'arte Carlo Pepi che denunciò ai carabinieri la falsità di un terzo dei quadri esposti
Foto Keystone
Fonte ATS
Tutti assolti gli svizzeri accusati di truffa per la mostra dei falsi Modì
Il caso venne sollevato dal critico d'arte Carlo Pepi che denunciò ai carabinieri la falsità di un terzo dei quadri esposti

GENOVA - Italia - Italia: falsi Modì in mostra a Genova, tutti assolti
(di Laura Nicastro)
GENOVA (ats ans) -
La mostra di Modigliani a Palazzo Ducale a Genova, chiusa in anticipo nel 2017 con il sequestro di 21 opere, non fu una truffa. E per questo i sei imputati sono stati assolti anche se otto dipinti siano stati dichiarati falsi. Secondo il giudice Massimo Deplano quelle opere vennero esposte non sapendo che fossero patacche.

L'udienza si è aperta con la notizia della morte, quattro giorni fa a New York, del principale imputato Joseph Guttmann, mercante d'arte di 81 anni. I suoi legali, gli avvocati Massimo Boggio e Massimo Sterpi, hanno chiesto comunque l'assoluzione nonostante il decesso «per onorare la sua memoria e ricostruire la sua reputazione».

E assoluzione è stata anche per tutti gli imputati svizzeri finiti a processo: Rudy Chiappini, già direttore del Museo d'arte moderna di Lugano e dei Servizi culturali della Città di Locarno e Pedro Pedrazzini, scultore di origini grigionesi, proprietario di "Ritratto di Chaim Soutine" che agli occhi degli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo finto.

Gli altri imputati assolti sono Nicolò Sponzilli, direttore mostre Skira, Rosa Fasan, dipendente Skira, Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che imbastì l'esposizione e appunto Joseph Guttmann, mediatore originario dell'Ungheria con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate.

l caso giudiziario venne sollevato dal critico d'arte Carlo Pepi che, dopo aver visto il catalogo, denunciò ai carabinieri la falsità di un terzo dei quadri esposti. Fra i testimoni chiave viene individuato l'esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttmann. Le opere vennero sottoposte a una consulenza e il pool di esperti ne bollò 20 come vere e proprie "patacche" (su una delle 21 sequestrate è rimasto il dubbio).

La Fondazione Palazzo Ducale si era costituita parte civile tramite l'avvocato Cesare Manzit. Vari i capi d'accusa: truffa, falso, ricettazione e contraffazione di opere.

Il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio aveva chiesto cinque condanne, dai sei anni agli otto mesi, e l'assoluzione per Zelman. «Dell'iniziale impianto accusatorio non è rimasto in piedi praticamente nulla. Leggeremo le motivazioni per capire cosa ha ritenuto il giudice sulle opere ritenute false - hanno detto i legali Sterpi e Boggio - la mostra era assolutamente legittima e al massimo c'era una questione di attribuzione di quadri a doppia mano ma questa è una tipica questione che si discute tra i critici d'arte e non in un tribunale mettendoci cinque anni per arrivare a una decisione del genere».

Di parere opposto il procuratore aggiunto D'Ovidio: «È dimostrato che alcune opere erano false. Sull'elemento soggettivo, cioè sulla consapevolezza, non pensiamo che non fossero consapevoli, ma vedremo le motivazioni». La sentenza di assoluzione ha portato Vittorio Sgarbi a criticare l'inchiesta. «L'ipotesi accusatoria infondata e l'incompetenza manifesta delle due improbabili perite aveva portato a incriminare collezionisti in perfetta buona fede che avevano acquistato opere referenziate e pubblicate senza alcun dolo possibile», ha detto. Ed ha aggiunto: «Nella sostanza sono state diffamate persone oneste e persino lo stesso Modigliani, arrivando a una conclusione sconcertante: l'inautenticità risulta opinabile prima per 13 opere, poi per 21 e alla fine per "alcune", forse per 8. In definitiva, probabilmente, per nessuna. E certamente senza nessuna intenzione truffaldina».

Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false in modo tale da acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. Tra le opere ritenute false, e che dovranno essere "marchiate" con la scritta "Non riconducibili a Modigliani, ci sono Cariatide Rossa/Les Epoux, (Modigliani 1913, olio su tela), Cariatide, (Modigliani 1914, tempera su carta); Ritratto femminile (Modigliani, 1917, dipinto 

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