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Dubbi su eventuali perdite legate a CS. Chi è chiamato alla cassa? Diverse le interpretazioni
ZURIGO - UBS e Confederazione non sembrano essere in chiaro sui termini del loro accordo relativo a chi si assumerà eventuali perdite legate a Credit Suisse (CS).
Stando a quanto comunicato, in caso di perdite in una «parte chiaramente definita» del portafoglio, UBS dovrà farsi carico dei primi 5 miliardi di franchi, dopodiché la Confederazione si addebiterà i successivi 9 miliardi.
«Nessun obbligo oltre i 9 miliardi» - Se la somma sarà più elevata, sarà UBS a dover passare alla cassa, nell'interpretazione di Berna. «La Confederazione non ha assunto alcun obbligo oltre i 9 miliardi», afferma Mario Tuor, responsabile della comunicazione presso la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), che dipende dal Dipartimento federale delle finanze (DFF), interpellato dall'agenzia Awp.
La visione di UBS - UBS vede tuttavia a quanto sembra le cose in modo diverso: il Ceo Ralph Hamers ha detto agli analisti in una teleconferenza nella tarda serata di domenica che è stato concordato che qualsiasi perdita oltre i 14 miliardi sarà condivisa tra l'istituto e il governo federale. Oggi UBS non ha voluto commentare ulteriormente la questione.
Non è chiaro quale sia la versione corretta dell'intesa. In uno scritto del DFF di domenica si poteva leggere: «Ulteriori perdite sarebbero ancora una volta a carico di UBS». Questo passaggio è stato poi cancellato senza commenti. Il portavoce della SFI dice la pubblicazione del testo in questione rappresenta una svista.
