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BERNAStudiare i flussi di persone nelle stazioni: «Non sorveglieremo nessuno»

01.03.23 - 15:22
Il nuovo sistema di misurazione della frequenza ha sollevato dubbi e paure. Le FFS fanno chiarezza
FFS
Studiare i flussi di persone nelle stazioni: «Non sorveglieremo nessuno»
Il nuovo sistema di misurazione della frequenza ha sollevato dubbi e paure. Le FFS fanno chiarezza

BERNA - Le FFS come "spie" grazie al nuovo sistema di misurazione della frequenza? Ha fatto discutere e non poco l'annuncio dell'arrivo di telecamere a riconoscimento facciale in 57 stazioni svizzere. L’opinione pubblica e la stampa non hanno infatti esitato nel porsi numerosi interrogativi riguardo la possibilità di essere, appunto, spiati da questa tecnologia. E a che pro poi? Il periodico consumeristico K-Tipp a tal proposito ha interpellato Monika Simmler, professoressa di diritto penale all'Università di San Gallo, che ritiene «sussista un potenziale d'abuso. Dobbiamo chiederci come società dove vogliamo arrivare», ha aggiunto.

Le FFS, che subito dopo l'annuncio hanno chiarito i dubbi riguardo la raccolta e il trattamento dei dati, hanno voluto dunque chiarire ulteriormente l'argomento per scongiurare qualsivoglia fraintendimento ulteriore. 

Da dove nasce il bisogno di analizzare i flussi di persone nelle stazioni?
«Il motivo principale è rendere le stazioni sicure e accoglienti. Le FFS devono garantire la sicurezza e aumentarla se necessario, ottimizzare i piani di pulizia, individuare le strettoie nelle vie di passaggio, indirizzare al meglio i flussi di persone e allestire l’offerta giusta (ad esempio distributori automatici di biglietti o negozi di alimentari) nel posto giusto. Insomma: le informazioni sui flussi di persone servono a dimensionare, ottimizzare e preservare l’intero sistema ferroviario».

I clienti possono ricavare dei vantaggi da un sistema di questo tipo?
«La clientela può appunto beneficiare di stazioni sicure e ben organizzate. Vengono inoltre rimossi i possibili ostacoli e passaggi stretti, perché gli accalcamenti possono essere individuati fin da subito ed eliminati».

È possibile che le FFS possano trarre vantaggio da questi dati solo per aumentare i fatturati dei negozi?
«È normale che i fatturati crescano se l’offerta nelle stazioni è strutturata per soddisfare le esigenze della clientela. Questo però non è l’obiettivo primario. Al primo posto ci sono sempre la sicurezza e l’accoglienza. Ma soprattutto: non c’è alcuna correlazione con i dati personali».

Questo appalto no porterà le FFS in un territorio inesplorato?
«No. Le FFS stanno già impiegando un sistema di misurazione della frequenza dei clienti. Da oltre dieci anni rilevano infatti il numero di utenti nelle stazioni principali della Svizzera, e da due anni ciò avviene anche sui marciapiedi».

Qual è la differenza tra il sistema di misurazione attuale e quello nuovo?
«Oggi le FFS misurano il numero di persone che entrano ed escono dalle stazioni e, in parte, chi sosta al loro interno. Vengono analizzati solo i flussi di persone, scoprendo come si muovono all’interno della stazione. In futuro questa analisi dovrà essere migliorata ed eventualmente suddivisa in base ai diversi tipi di clienti, ad esempio chi viaggia con biciclette o sci, in quali luoghi e in quali orari si verificano i maggiori accalcamenti oppure quante persone si fermano al chiosco prima di accedere ai marciapiedi».

Non c'è il rischio di registrare e sorvegliare le persone? Vengono riconosciuti anche i volti?
«No, né l’uno né l’altro. Il sistema che le FFS intendono implementare prevede solo il rilevamento dei flussi, non il riconoscimento di singole persone o la registrazione di immagini. È così oggi e rimarrà così anche in futuro, non sarà possibile in nessun caso risalire a un singolo individuo».

È possibile che i dati raccolti possano essere deanonimizzati?
«Le FFS non intendono adottare il riconoscimento facciale né oggi né in futuro e non raccolgono nessun dato biometrico. Inoltre, tutti i dati vengono raccolti in modo anonimo ed è impossibile deanonimizzarli in un secondo momento».

E allora perché si parla tanto di riconoscimento facciale?
«Il bando su simap è stato redatto da esperti del settore ed è rivolto a esperti. Pertanto alcuni passaggi possono risultare molto tecnici da leggere. Altri punti sono stati male interpretati, e di questo le FFS si scusano».

In cosa consiste la videosorveglianza nelle stazioni e sui treni?
«Il sistema di misurazione della frequenza dei clienti e la videosorveglianza sono due strumenti completamente diversi e separati tra loro. Le FFS utilizzano la videosorveglianza sia per garantire la protezione e la sicurezza della clientela e del personale sia per scopi di esercizio. Attualmente, circa 2400 videocamere sono installate nelle stazioni, negli edifici e nelle altre infrastrutture, mentre sui treni sono impiegate circa 22'300 videocamere.  Solo la Polizia dei trasporti FFS ha accesso ai dati video, che vengono salvati e analizzati solo dopo un evento rilevante».

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COMMENTI
 

ber68 1 anno fa su tio
korea

Buonsenso? 1 anno fa su tio
Non sorveglieremo nessuno,sorveglieremo tutti. La privacy non concerne solo chi ha la coscienza sporca caro andy...leggiti orwell 1984 eventualmente...

Andy 82 1 anno fa su tio
mà se uno ha la coscienza pulita che problema c'è....

Don Quijote 1 anno fa su tio
Risposta a Andy 82
Hai ragione, con la coscienza pulita potresti farti installare una telecamera in casa, così possono suggerirti cosa ti manca prima di andare a fare la spessa, e se gli comunichi l'avere in banca ti preparano pure il budget indicandoti i negozi compatibili con la tua tasca.
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