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SVIZZERA«Un ulteriore giro di vite sul terrorismo»

11.10.22 - 17:55
La Commissione Sicurezza al Nazionale sostiene l'iniziativa parlamentare del deputato zurighese Mario Tuena.
Ti-Press (archivio)
Tra i casi citati da Tuena vi è anche l'attentato avvenuto alla Manor di Lugano.
Tra i casi citati da Tuena vi è anche l'attentato avvenuto alla Manor di Lugano.
Fonte ats
«Un ulteriore giro di vite sul terrorismo»
La Commissione Sicurezza al Nazionale sostiene l'iniziativa parlamentare del deputato zurighese Mario Tuena.

BERNA - La custodia di sicurezza per le persone sospettate di sostenere il terrorismo avrebbe forse potuto consentito di evitare i fatti di Morges (attacco finito con un morto, n.d.r) e della Manor di Lugano (due ragazze ferite da arma da taglio).

È quanto sostiene la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) che oggi ha ribadito il proprio sostegno (13 voti a 10 e una astensione) a un'iniziativa parlamentare in tal senso di Mario Tuena (UDC/ZH).

La CPS-N, ricorda una nota odierna dei servizi parlamentari, si era già espressa un anno fa a favore dell’iniziativa parlamentare. Tuttavia, alla fine del marzo scorso, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati non vi aveva dato seguito. Per questo l'oggetto è ritornato alla commissione del Nazionale che ha ribadito la sua approvazione a questo testo che, come previsto dal regolamento, dovrà essere trattato nel plenum, probabilmente già durante la prossima sessione invernale.

Il testo mira a elaborare le basi legali affinché le persone che, in privato o in pubblico, incitano, istruiscono o incoraggiano attività terroristiche o violenza di altro tipo, in Svizzera o all'estero, oppure annunciano, finanziano, favoriscono o esortano a sostenere tali attività, possano essere incarcerate. La medesima misura si applicherebbe anche a tutti quelli che sostengono o appartengono a organizzazioni che perseguono o esercitano attività terroristiche o violenza di altro tipo. Questa misura, secondo Tuena, potrebbe essere ordinata esclusivamente dal giudice dei provvedimenti coercitivi.

La CPS-N, specifica il comunicato, è consapevole che non è facile concepire una custodia di sicurezza per le persone che costituiscono una minaccia per lo Stato in modo tale che essa risulti proporzionata e rispettosa dei diritti umani. A suo dire, questo esame più approfondito dovrà essere svolto nella seconda fase di questa iniziativa parlamentare qualora venisse accolta dalle Camere.

Secondo la minoranza della CPS-N, tuttavia, l’introduzione di una simile misura violerebbe la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come già attestato da alcuni pareri giuridici in materia. Il Consiglio nazionale, tra altro, sie era già espresso contro un tale inasprimento della legge in occasione dei dibattiti riguardanti la legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo. Per la minoranza, quindi, non vi sono solo ragioni sostanziali ma anche procedurali per non dare seguito all’iniziativa parlamentare.
 
 

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