In piazza contro le restrizioni, la polizia bernese è sotto pressione

Per fronteggiare le manifestazioni anti-Covid non autorizzate, la maggior parte dei posti di guardia resta chiusa
BERNA - A Berna le proteste contro le restrizioni anti-Covid sono ormai diventate un appuntamento fisso (e - secondo i promotori - lo saranno fino alla votazione federale del prossimo 28 novembre, quando ci esprimeremo di nuovo sulla Legge Covid-19). Si tratta di manifestazioni non autorizzate, che giovedì sera sono andate in scena per la terza volta. Lo scorso 20 settembre la Città aveva avvertito i partecipanti che non avrebbe più tollerato tali proteste.
Le autorità sono comunque costrette a schierare la polizia per tenere sotto controllo la situazione. Un provvedimento che porta inevitabilmente alla chiusura della maggior parte dei posti di guardia presenti sul territorio cantonale: ieri, per esempio, ne sono stati chiusi oltre cinquanta, soltanto cinque erano aperti, come riferisce Nau.ch. Si tratta di far fronte alla necessità di agenti sul posto e allo stesso tempo di garantire la sicurezza in tutto il cantone, afferma una portavoce della polizia, interpellata dal portale.
In casi come questi la chiusura dei posti di guardia - lo spiega Manuel Willi, comandante del corpo regionale bernese, in un'intervista a SRF - ha una durata limitata, «in genere sabato mattina o al più tardi lunedì sono nuovamente disponibili». Non si tratterebbe di una carenza di personale, ma dipende dalla situazione attuale: i reati - lo dice ancora Willi - sono quasi al livello pre-pandemia e allo stesso tempo vengono annunciate proteste anti-Covid.
Al momento la polizia bernese è in grado di fare fronte alla situazione. Ma se sarà necessario, si rivolgerà ai corpi di polizia di altri cantoni. «Anche altrove gli agenti sono però molto sollecitati» conclude Willi.




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