Christine Bussat, la fondatrice dell'associazione, afferma che non bisogna prendere in considerazione un riesame dell'interdizione
BERNA - La fondatrice dell'associazione "Marche Blanche", Christine Bussat, si è detta "dispiaciuta e scioccata" dalle due varianti poste in consultazione oggi dal Consiglio federale riguardo all'iniziativa popolare "Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli". A suo parere non si deve prendere in considerazione un riesame dell'interdizione.
"Con i due progetti di legge sottoposti in consultazione l'iniziativa non verrà applicata alla lettera come deciso dai cittadini", si è rammaricata. Le due opzioni introducono la possibilità, dopo un determinato lasso di tempo, di riesaminare l'interdizione a vita di svolgere attività a contatto con minorenni. Una scappatoia che Bussat si è ripromessa di combattere.
La promotrice dell'iniziativa accolta dal popolo il 18 maggio 2014 si è detta invece d'accordo con la preoccupazione riguardante il principio di proporzionalità. Il comitato dell'iniziativa ha sempre affermato che le relazioni amorose tra giovani non devono comportare l'interdizione a vita. "Tuttavia non è ancora chiaro quali altre eccezioni saranno aggiunte", ha messo in guardia Bussat.
Il torto subito da una vittima di pedofilia giustifica ampiamente il fatto di non poter più lavorare con minori, ha aggiunto.