«Abbiamo perso il filo»

BELLINZONA - A Bellinzona è crisi nera: sette partite, un punto conquistato e nessun gol segnato nelle ultime quattro uscite. All'ombra dei Castelli il motore si è inceppato e si stanno cercando soluzioni per uscire dal tunnel buio perché ad oggi i granata sono più vicini alla zona retrocessione (10 punti), che ai primi tre posti (14 punti).

Cosa sta succedendo? Abbiamo girato la patata bollente al capitano Dragan Mihajlovic: «Dobbiamo trovare la partita che ci fa svoltare. Stiamo giocando con il freno a mano tirato e quando subiamo un gol diventiamo troppo frettolosi di rimediare. Se poi aggiungiamo il fatto che facciamo fatica a concretizzare le occasioni, ecco che purtroppo il quadro è completo... È un momento nel quale tutto va storto, ci servirebbe una scintilla, un successo che ci possa dare un po’ di benzina...».

La poca stabilità in panchina pensi stia influenzando i risultati?
«La stabilità aiuta sempre, questo è chiaro. Ma fa parte del gioco. Per farvi un esempio, nella mia esperienza a Cipro ho cambiato sei allenatori, per cui non bisogna cercare scuse. Come avevo detto in estate, il materiale a disposizione è importante e c'è tanto potenziale. Ora tocca a noi giocatori cercare di invertire questa tendenza». 

Ma ai primi tre posti ci credete ancora?
«In questo momento non è corretto pensare a quella zona della classifica. Sarebbe da ingenui pensare di andare a prendere quelle squadre che stanno viaggiando a ritmi sostenuti. La realtà a Bellinzona ora è un'altra».

Sei sempre convinto della scelta fatta in agosto?
«Certamente, anche se le mie aspettative a livello di risultati erano ben diverse. Nelle ultime settimane però abbiamo perso un po’ il filo. Da bellinzonese sono colui che probabilmente sta vivendo peggio questa situazione. Ci credevo tanto in quanto, come detto prima, in estate ho visto una squadra con delle qualità importanti. Mi dispiace essere finiti in questo tunnel buio, ma non mollo perché questa è la squadra nella quale sono cresciuto. Da capitano sono quello che, più degli altri, deve rimboccarsi le maniche».

Nonostante i pessimi risultati, il gruppo è unito?
«Sento spesso dire che all'interno della squadra c'è un gruppo sudamericano e poi tutti gli altri, ma posso assicurare che non è così. Le dinamiche nel calcio sono queste in tutto il mondo: quando inizi a perdere rischi di entrare in un ciclo negativo ed è quello che sta succedendo anche a noi».