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TAIWANWilliam Lai giura come nuovo presidente di Taiwan

20.05.24 - 08:41
Nel suo discorso inaugurale ha chiesto alla Cina di smettere di «minacciare politicamente» l'isola
keystone-sda.ch / STF (RITCHIE B. TONGO)
Fonte Ats Ans
William Lai giura come nuovo presidente di Taiwan
Nel suo discorso inaugurale ha chiesto alla Cina di smettere di «minacciare politicamente» l'isola

TAIPEI - Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te (William Lai), ha prestato oggi giuramento, in una cerimonia alla quale hanno partecipato decine di delegazioni straniere, secondo le immagini di un pool video ufficiale. Lai ha giurato nel palazzo presidenziale di Taipei, così come il nuovo vicepresidente Hsiao Bi-khim.

Lai succede a Tsai Ing-wen, i cui otto anni al potere hanno visto un peggioramento delle relazioni con Pechino a causa del suo rifiuto di riconoscere il 'Consenso del 1992' e 'il principio della Unica Cina'.

La cerimonia si è tenuta nella sede dell'Ufficio presidenziale di epoca coloniale giapponese. Lai e la Hsiao, ex ambasciatrice de facto negli Stati Uniti, dovranno fare i conti con la crescente pressione militare cinese e un parlamento ostile.

Il discorso - Nel suo discorso inaugurale il neopresidente ha detto che Taiwan e Cina dovrebbero lavorare insieme "per la pace e la stabilità" nello Stretto di Taiwan

«La gente di Taiwan e della Repubblica popolare non sono subordinate tra loro», ha aggiunto Lai, chiedendo alla Cina di smettere «di minacciare politicamente» l'isola.

«Finché la Cina si rifiuta di rinunciare all'uso della forza contro Taiwan, tutti noi a Taiwan dovremmo accettare l'esistenza delle minacce della Cina di annettere Taiwan che non scompariranno semplicemente», ha dichiarato William Lai, chiedendo a Pechino di cessare le sue azioni aggressive.

«I benefici reciproci e la prospera convivenza dovrebbero essere obiettivi comuni. Spero che la Cina affronti la realtà dell'esistenza della Repubblica Cinese», ha aggiunto Lai con una pausa per richiamare un lungo applauso.

«Democrazia, pace e prosperità costituiscono la tabella di marcia di Taiwan e sono anche il nostro collegamento con il resto del mondo. Siamo cresciuti fino a diventare una delle democrazie più vivaci del mondo», ha proseguito. «Taiwan è già un faro globale e questo onore appartiene a tutto il suo popolo. Il futuro che decidiamo non è solo quello della nostra nazione, ma nel futuro del mondo», ha aggiunto riferendosi non solo alla democrazia dell'isola, ma alle sue esportazioni e all'economia globale. «Taiwan ha bisogno del mondo, proprio come il mondo ha bisogno di Taiwan».

Di fronte «alle numerose minacce e tentativi di infiltrazione dobbiamo dimostrare la determinazione nel difendere la nostra nazione e dobbiamo anche aumentare la nostra consapevolezza in materia di difesa e rafforzare il nostro quadro giuridico per la sicurezza nazionale». Il neopresidente taiwanese ha invitato la Cina a «cessare le intimidazioni politiche e militari» verso l'isola, che Pechino considera parte "inalienabile" del suo territorio.

Il nome di Lai bloccato sui social cinesi - La piattaforma di social media cinese Weibo, l'X mandarino, ha bloccato l'hashtag con il nome del neopresidente di Taiwan William Lai Ching-te. «Secondo le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non è stato visualizzato», ha mostrato una ricerca dell'hashtag LaiChing-te su Weibo, già da questa mattina.

Non è chiaro quando l'hashtag è stato bloccato, così come è avvenuto anche per il nome della presidente uscente dell'isola, Tsai Ing-wen.

Un altro hashtag, 'Taiwan 520 nuove autorità entrano in carica', è stato rimosso. Weibo blocca spesso i temi ritenuti politicamente sensibili per evitare che diventino trend sulla piattaforma, utilizzata da centinaia di milioni di persone in Cina.

Durante le elezioni presidenziali di Taiwan del 13 gennaio, ad esempio, la piattaforma bloccò un hashtag sul sondaggio dei candidati dopo che era diventato uno degli argomenti di maggiore tendenza. Ma si è parlato poco dell'insediamento di Lai nei media statali cinesi, né l'emittente Cctv né il Quotidiano del Popolo, l'organo del partito comunista, ne hanno parlato sulle loro home page a partire da questa mattina.

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