Lo Zimbabwe riapre la caccia agli elefanti, esclusivamente per soldi

L'idea, malgrado la specie sia a rischio estinzione, per limitare i danni causati dal Covid
HARARE - Lo Zimbabwe venderà quest'anno i diritti per cacciare fino a 500 elefanti allo scopo di generare entrate pubbliche. Lo ha dichiarato oggi l'Agenzia fauna selvatica del Paese nonostante i pachidermi siano stati recentemente dichiarati a rischio di estinzione.
Il portavoce dell'Autorità per la gestione dei parchi e della fauna selvatica, Tinashe Farawo, ha detto all'agenzia AFP che la caccia agli elefanti è permessa durante la stagione delle piogge, che va da aprile a ottobre, e che le entrate della controversa attività saranno particolarmente importanti per la battuta d'arresto economica causata dalla pandemia da Covid-19 nel Paese.
«Abbiamo dato l'autorizzazione a cacciare un massimo di 500 elefanti e questo è il modo in cui faremo soldi», ha spiegato Farawo, rilevando che la caccia di un singolo elefante potrebbe fruttare fino a 10'000 dollari.
I cacciatori, inoltre, hanno bisogno anche di «personale di assistenza come coloro che localizzano (gli elefanti), cacciatori di protezione e cuochi", ha aggiunto, specificando che "tutto questo richiederà un ulteriore pagamento e quindi entrate aggiuntive».
Gli ambientalisti, però, insorgono, perché questa decisione rappresenterà un'ulteriore minaccia per una specie già a rischio di estinzione.
Lo scorso mese, infatti, l'organizzazione svizzera International union for conservation of nature (Iucn) ha catalogato gli elefanti della savana africana come «a rischio di estinzione» e quelli della foresta africana come «gravemente a rischio di estinzione», affermando che il declino della popolazione di questi pachidermi è dovuto a fattori come il bracconaggio e la perdita di habitat naturale.




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