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GUERRA IN UCRAINAArrestato a Minsk il padre della bimba che "screditò" l’esercito russo con un disegno

30.03.23 - 10:30
L'uomo era stato condannato a due anni di carcere e da giorni era latitante. «Sappi che vinceremo», la lettera della figlia.
Keystone
Arrestato a Minsk il padre della bimba che "screditò" l’esercito russo con un disegno
L'uomo era stato condannato a due anni di carcere e da giorni era latitante. «Sappi che vinceremo», la lettera della figlia.

MINSK - La fuga di Alexei Moskalyov si è fermata a Minsk, in Bielorussia. L’uomo, scappato dagli arresti domiciliari da qualche giorno, era stato condannato a due anni di carcere per aver “screditato” ripetutamente l’esercito russo. Come? Attraverso la pubblicazione sui social di un disegno di pace della figlia 13enne. 

Anche Wagner si schiera - Una storia assurda che ha suscitato opinioni diverse anche in Russia. Ieri il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, si era schierato in favore di una revisione della condanna, «specialmente per il fatto che sua figlia Masha sarà costretta a crescere in un orfanotrofio». 

L'avvocato di Moskalev, Dmitri Zakhvatov, ha detto di non avere più contatti col suo cliente e non ha potuto confermare la detenzione. Secondo però quanto riportato dal The Guardian, Moskalyov avrebbe fatto l’errore di accendere il cellulare rendendo possibile la sua localizzazione ai servizi segreti russi.    

«Sappi che vinceremo» - Ieri tramite l’avvocato la figlia, che attualmente si trova in un orfanotrofio, aveva pubblicato attraverso i social una lettera indirizzata al padre. «Ciao papà, ti chiedo di non ammalarti e non preoccuparti. Va tutto bene, ti amo moltissimo e non devi incolparti di nulla, io sono sempre dalla tua parte e so che quello che fai è giusto».

Il disegno contestato dal Cremlino raffigurava una bandiera russa con le parole “no alla guerra” vicino a una bandiera ucraina abbellita dalla frase “gloria all'Ucraina". «Sappi che vinceremo, che la vittoria sarà nostra, qualunque cosa accada», ha continuato la bimba. «Quando finalmente ci incontreremo, ti farò un bel regalo. Papà, non voglio scrivere della mia salute e del mio umore, non voglio turbarti, ma ho capito l'amara verità meglio della dolce bugia. Ti voglio bene, sei il mio eroe».

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