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Passa la riforma delle pensioni e scoppia il caos

FRANCIAPassa la riforma delle pensioni e scoppia il caos

20.03.23 - 21:07
Migliaia di manifestanti, attraverso tutto il Paese, sono scesi in strada per chiedere il ritiro del testo
keystone-sda.ch / STF (CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Fonte Ats ans
Passa la riforma delle pensioni e scoppia il caos
Migliaia di manifestanti, attraverso tutto il Paese, sono scesi in strada per chiedere il ritiro del testo

PARIGI - La riforma delle pensioni è legge, il governo di Élisabeth Borne è salvo, la rabbia contro Emmanuel Macron esplode in pochi minuti in piazza: la maggioranza del Paese non accetta il responso parlamentare che per soli 9 voti ha salvato il governo e l'odiata riforma che aumenta l'età minima per la pensione da 62 a 64 anni.

«Adesso è ora di passare alla sfiducia popolare», ha gridato il "condottiero" della contestazione, Jean-Luc Mélenchon, invitando i francesi a non arrendersi e a proseguire la battaglia «con le manifestazioni, con gli scioperi».

Il Paese rischia il blocco, le raffinerie chiudono, gli studenti sono pronti a scendere in piazza, i trasporti, la nettezza urbana, la sanità, tutti i settori sono pronti a dare battaglia «fino al ritiro» della riforma, come ripetono Mélenchon e tutti i sindacalisti, più uniti che mai.

Se nelle piazze i francesi si radunano nonostante i divieti - molti sono studenti, anziani, persone tranquille, anche se piccoli gruppi si battono contro la polizia - dai saloni dell'Eliseo trapela agitazione. Nove voti potrebbero non bastare a garantire il governo di Élisabeth Borne, che potrebbe essere sacrificata nelle prossime ore per consentire un cambio di guida.

In serata la premier ha fatto sapere - andando all'Eliseo per un incontro con il presidente - di voler «continuare» il suo percorso ed ha ribadito che «la riforma delle pensioni è essenziale per il Paese».

Da un punto di vista istituzionale, la sinistra ha già presentato un ricorso al Consiglio costituzionale per possibili problemi di legittimità della legge di riforma. Inoltre, la sinistra si propone di intraprendere il difficile percorso del cosiddetto "referendum di iniziativa condivisa", una forma di consultazione varata nel 2015 che prevede l'iniziativa di un quinto dei parlamentari e di un decimo degli elettori (che nel caso della Francia sarebbero circa 4,5 milioni di firme, un obiettivo non scontato).

Sul piano politico, ci si attende soprattutto che Emmanuel Macron, finora riservato sul percorso tutto in salita della sua riforma, prenda finalmente la parola per ritrovare sintonia con i francesi. Gli analisti osservano un "Paese spaccato", con un presidente che vorrebbe «passare ad altro» dopo la riforma delle pensioni ma che appare più che mai isolato politicamente e ai minimi della popolarità (al 28%, come ai tempi dei "gilet gialli").

La giornata decisiva, molto attesa, si è presentata un'aula parlamentare piuttosto surreale, con Aurore Bergé, presidente del partito Renaissance di Macron, ed Élisabeth Borne, a difendersi da sole di fronte all'esercito di dichiarazioni di voto ostili da sinistra, dall'estrema destra, e dal centro del Liot, il partito che ha presentato la mozione di censura "transpartisane" votata da 278 deputati, 9 in meno dei 287 che sarebbero stati necessari perché la sfiducia passasse.

A sostenere le due rappresentanti della maggioranza non c'erano neppure i deputati di Renaissance, che hanno lasciato quasi vuoti i loro banchi, quasi a non voler comparire con i loro volti in primo piano in un momento di grande impopolarità. Fischi, urla, pugni battuti sui banchi, hanno coperto le parole di Bergé e di Borne come gli applausi hanno accompagnato i sostenitori della mozione.

Poi il risultato, pochi voti in meno della maggioranza assoluta dell'Assemblée, con ben 19 Républicains su 61 che hanno disobbedito all'indicazione dei capi del partito di non votare le mozioni contro il governo. Poco più tardi, il risultato di 94 voti raccolto da Marine Le Pen con la sua mozione, votata dai suoi e da altri 6 deputati.

In piazza - nel quartiere di les Invalides, poco lontano da Palais Bourbon, sede dell'Assemblée nationale - si sono riversate migliaia di persone, nella stragrande maggioranza pacifiche. Alcuni hanno cominciato da subito i soliti scontri con la polizia: lancio di sassi, cariche, lacrimogeni, in fiamme i cassonetti pieni di immondizie causa sciopero.

Hanno raccolto l'invito dei sindacati e delle opposizioni, «con questo voto non cambia nulla». E da Macron non si aspettano promesse, parole, aggiustamenti. Chiedono semplicemente «il ritiro» della riforma delle pensioni. All'Eliseo, l'unica decisione presa al momento sembra essere stata quella di dormirci su una notte in più: Macron riceverà domani mattina Élisabeth Borne, poi domani sera alle 19:30 tutti i parlamentari della maggioranza. I manifestanti aspettano, decisi a non mollare.

Decine di arresti
Almeno 70 persone sono state fermate stasera a Parigi nelle manifestazioni che si stanno moltiplicando nella capitale, da Les Invalides all'Opéra, da rue de Rivoli alla Bastiglia.

Manifestazioni spontanee, più o meno violente, si stanno svolgendo in diverse città, da Rennes a Nantes, da Tolosa a Rouen. Nel quartiere dell'Opéra, sulla grande Avenue che conduce dal teatro dell'Opéra Garnier al Louvre, sono stati incendiati cassonetti dai quali fuoriuscivano immondizie accumulate dopo giorni di sciopero dei netturbini.

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COMMENTI
 

C.B. 1 anno fa su tio
E il Popolo Svizzero ha detto si alle pensioni per le donne a 65 anni e a breve magari ci sarà quella per 66 a tutti quanti!! 😂😂😂 Ora è da capire se siamo Polli noi oppure non abbiamo capite un emerito cip!! 🤣🤣

F/A-19 1 anno fa su tio
Risposta a C.B.
Te lo dico io: il popolo svizzero non usa il cervello ma esegue senza fiatare tutto quello che gli viene suggerito, basta vedere come caliamo le braghe verso le regole europee, nel nostro piccolo basta vedere con i limiti di velocità sulle nostre strade, se ci impongono il 10 km/ orari in autostrada noi eseguiamo, e guai a sgarrare! Non vorrei mai essere tacciato per un pericoloso pirata della strada.

dan007 1 anno fa su tio
Non hanno voglia di lavorare super assistiti assegni familiari formazioni per cambiare lavoro congedi malattia senza nessun controllo assenteismo mancanza di professionalità leggerezza nessun rispetto del posto di lavoro dell’azienda e dei manager tutto e buono per reclamare parlare dietro gossipare lamentarsi niente gli va bene e i week end no la sera no 39 ore settimanali sono troppe non ho la badante non ho la baby sitter ho acqua in casa la lavatrice non funziona ho mal di testa sono depresso troppo lavoro 39 ore settimana vi rendete conto solo 6 settimane di vacanza recupero ore festività scioperi insomma in totale 160 giorni di lavoro in media e si lamentano

dan007 1 anno fa su tio
Grottesco popolo di mmmmm

F/A-19 1 anno fa su tio
Giusta riforma, che lavorino questi Francesi!

Robi57 1 anno fa su tio
E noi cosa dobbiamo dire? Si è chiesta una 13esima per AVS e hanno risposto che non ci sono soldi poi, in 2 giorni, hanno trovato 100 miliardi per le banche🤔

Nikko 1 anno fa su tio
Risposta a Robi57
Adesso sono 200 i miliardi che la Banca Nazionale ha messo a disposizione a garanzia di liquidità… e un mese fa la stessa BN aveva affermato di non avere utili da distribuire a Confederazione e Cantoni, come faceva ogni anno…

Mattiatr 1 anno fa su tio
Risposta a Robi57
Peccato che i 100 miliardi sono a prestito

Tocqueville Alexis de 1 anno fa su tio
Andate a lavorare balordi, l'aspettativa di vita si alza e questi pensano ad andare in pensione prima...

Adegheiz 1 anno fa su tio
Intanto noi con le donne a 64 anni la pensione. È vero che i francesi ce l’hanno nel sangue la rivolta
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