Rogatoria in Svizzera per il conto di Fontana

Il presidente lombardo è indagato per falsa dichiarazione nella voluntary disclosure e autoriciclaggio
MILANO - La procura di Milano ha inviato una rogatoria alle autorità svizzere una rogatoria per fare piena luce sui movimenti nei conti bancari del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
La rogatoria
Il nuovo filone d'indagine dei pubblici ministeri milanesi vede Fontana indagato per falsa dichiarazione nella voluntary disclosure e autoriciclaggio. La rogatoria è necessaria, ha comunicato il procuratore Francesco Greco, per «completare la documentazione alla domanda» di scudo fiscale e «approfondire alcuni movimenti finanziari».
Queste ulteriori indagini potranno completare il puzzle del "caso camici", ovvero la fornitura di 75mila camici e dispositivi anti-Covid affidata dalla centrale acquisti di Regione Lombardia al cognato di Fontana, Andrea Dini. Entrambi sono indagati per frode in pubbliche forniture.
I 5,3 milioni sul conto svizzero
La procura milanese vuole capire la provenienza dei 5,3 milioni di euro riportati in Italia nel 2015 da Fontana, approfittando della voluntary disclosure. Sono i risparmi della madre, ereditati dall'esponente leghista, oppure potrebbero essere proventi non dichiarati al Fisco della sua attività di avvocato? La difesa di Fontana si è «dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento», tramite documenti o «presentazione spontanea dell'assistito».
Il conto presso Ubs a Lugano era, secondo Fontana, «non operativo fin dagli anni '80». Eppure l'Agenzia delle entrate italiana avrebbe tracciato movimenti in entrata e uscita prima dell'adesione allo scudo fiscale.




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