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ITALIATifoso morto, "il Rosso" «né omertoso né capo»

16.01.19 - 13:19
L'ultrà dell'Inter è finito in carcere il 31 dicembre scorso per gli scontri tra interisti e napoletani di via Novara. Parlano i suoi avvocati
Keystone
Tifoso morto, "il Rosso" «né omertoso né capo»
L'ultrà dell'Inter è finito in carcere il 31 dicembre scorso per gli scontri tra interisti e napoletani di via Novara. Parlano i suoi avvocati

MILANO - Marco Piovella, l'ultrà dell'Inter detto "il Rosso" finito in carcere il 31 dicembre scorso per gli scontri tra interisti e napoletani di via Novara del 26 dicembre, «non può essere definito un omertoso, perché per due ore e 25 minuti si è seduto a parlare davanti al giudice per le indagini preliminari (gip) e non può essere ritenuto il capo perché da lui non è arrivato alcun ordine sul blitz di Santo Stefano».

È quanto hanno sostenuto, in sostanza, i suoi legali, gli avvocati Mirko Perlino e Carlo Melzi D'Eril, davanti ai giudici del Riesame di Milano ai quali hanno chiesto di rimettere in libertà l'imprenditore-designer 34enne e, in subordine, di concedere i domiciliari.

I legali hanno sottolineato che quando Luca Da Ros, altro ultrà arrestato e poi passato ai domiciliari dopo la collaborazione, ha detto che è Piovella che «sposta le gent», non si riferiva all'agguato agli ultras napoletani, ma al suo ruolo di responsabile delle coreografie della curva nord. A definire "omertoso" Piovella, invece, era stato il gip Guido Salvini nell'ordinanza di conferma del carcere del 7 gennaio.

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