«Gli attacchi al petrolio russo preoccupano l'Occidente»

Le recenti azioni ucraine hanno messo in allarme le capitali europee e gli USA
Le recenti azioni ucraine hanno messo in allarme le capitali europee e gli USA
NOVOROSSIYRSK - I recenti attacchi ucraini alle infrastrutture petrolifere russe sono guardati con preoccupazione da Washington e da altre capitali dell'Occidente per le eventuali conseguenze sul mercato globale del greggio. È quanto scrive il Financial Times alla luce dell'offensiva di Kiev sul porto di Novorossiyrsk, a cui questa notte è seguito l'attacco alla petroliera russa Sig, in Crimea.
I due episodi seguono «una serie di attacchi russi alle infrastrutture ucraine per l'esportazione di grano nelle ultime settimane, sollevando lo spettro di un'escalation di rappresaglie mentre i Paesi prendono di mira le principali fonti di reddito da esportazione dell'altro», scrive il foglio britannico.
E il Ft sottolinea: «Mentre gli Stati Uniti hanno ampiamente tollerato gli attacchi ucraini sul territorio russo, purché non utilizzino armi fornite dall'Occidente, l'attacco alle infrastrutture per l'esportazione del petrolio probabilmente causerà preoccupazione alla Casa Bianca e in altre capitali occidentali».
«Gli Stati Uniti - continua il quotidiano londinese nella sua edizione europea - hanno guidato la spinta a mantenere il petrolio russo sul mercato per evitare che i prezzi globali aumentino e danneggino l'economia mondiale; l'amministrazione del presidente Joe Biden vuole che i prezzi alla pompa rimangano stabili in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno».
Novorossiyrsk, ricorda il Ft, «è il principale porto petrolifero russo sul Mar Nero ed esporta circa 600.000 barili al giorno. È anche il principale punto di esportazione del petrolio dal Kazakistan, con la linea da 1,2 milioni di barili al giorno del Caspian Pipeline Consortium che termina lì».





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