Cerca e trova immobili

BRASILEIl Brasile è il Paese più violento al mondo per gli Lgbt

21.01.23 - 20:39
Nel 2022 sono state registrate 256 morti violente di gay, lesbiche, bisessuali e transgender
Imago
Il Brasile è il Paese più violento al mondo per gli Lgbt
Nel 2022 sono state registrate 256 morti violente di gay, lesbiche, bisessuali e transgender

RIO DE JANEIRO - Sulla mappa dell'odio omofobo mondiale, il Brasile è cerchiato in rosso. Nonostante il Paese abbia sostanziali leggi a tutela della società arcobaleno, anche nel 2022 si è confermato come il più letale tra le democrazie, registrando 256 morti violente di lesbiche, gay, bisessuali, e transgender.

Una strage silenziosa, che ha contato una vittima ogni 34 ore. Numeri alti, ben oltre quelli degli Stati Uniti, dove ad esempio sono stati assassinati 32 transessuali, contro i 114 del Brasile, l'equivalente di uno ogni tre giorni.

Il bilancio è contenuto nel rapporto dell'Osservatorio del Gruppo gay di Bahia, che indica l'area del nord-est - storicamente segnata da una forte cultura machista - come la più pericolosa per la comunità Lgbt+, col 43,3% di vittime (111). Una cupa classifica guidata dallo stato di Bahia con 27 morti (10,5%). E a seguire San Paolo con 25 (9,7%), e Pernambuco con 20 (7,8%).

Rio de Janeiro, che nella relazione precedente si classificava al terzo posto con 27 casi, nel 2022 ha visto una flessione, scendendo al nono posto, con 12.

Confrontando poi il numero di omicidi in proporzione alle città con più di 100mila abitanti, il minuscolo Timom, nello Stato del Maranhao, risulta essere il comune più inospitale per il popolo arcobaleno, 62 volte più pericoloso della città di San Paolo, mentre lo stato più "gay friendly" è Rio Grande do Sul.

Ma la violenza omofoba ha avuto una sua costante nel tempo in Brasile. A dimostrarlo sono i registri dell'Osservatorio, secondo i quali il dato totale delle morti violente dal 1963 è di 6977. Stando a una ricerca della direzione per la promozione dei Diritti Lgbt del ministero dei Diritti umani (ente che era stato chiuso dal governo di Jair Bolsonaro), tra il 2011 e il 2018 le vittime avevano addirittura toccato il picco di 552: una ogni 16 ore.

Il nuovo esecutivo di Luiz Inácio Lula da Silva prova a voltare pagina. Non è un caso che a condurre la promozione e la difesa dei diritti Lgbt+ per il governo sia una transgender, Symmy Larrat, che andrà a ricoprire una posizione inedita nell'area che integra il ministero dei Diritti Umani, diventando il primo travestito in una segreteria federale del Paese.

Femminista e attivista, Larrat è presidente dell'Associazione brasiliana di lesbiche, gay, bisessuali, travestiti, transessuali e intersessuali, ed è già stata coordinatrice Lgbt+ del governo di Dilma Roussef, oltre ad aver messo in marcia un importante programma di politiche pubbliche per le persone transgender, per conto della città di San Paolo durante l'amministrazione di Fernando Haddad.

E ora Larrat si prepara a fare la differenza per il popolo arcobaleno brasiliano. Dai suoi profili social fa sapere: «Conosco l'immensa sfida di questo compito e ciò che il momento storico ci richiede. Spero di dare le risposte necessarie e di cui ha bisogno la nostra gente da questo spazio, che prima non era mai stato occupato da nessuno di noi».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Brasil63 1 anno fa su tio
Ci pensa Lula. Lula santo subito. Il primo santo ladro.

Adegheiz 1 anno fa su tio
Almeno qualcuno di sano di mente c’è ancora

Nilo221 1 anno fa su tio
Cara rwdazione di tio vogliamo dire 2 paroline anche su questo? O contano di meno? Uscita la World Watch List 2023. Più di 360 milioni di cristiani subiscono alti livelli di persecuzione per la loro fede. In un anno 5.621 gli uccisi, 4.542 arrestati senza processo, 5.259 rapiti. Nel complesso c’è un aumento del livello di persecuzione. Asia e Africa i continenti più pericolosi. Tra le minacce, l’Islam in primis, il comunismo nell’America Latina e l’integralismo indù. Crescono le pressioni quotidiane sul lavoro e si diffonde il “modello cinese”. Maglia nera: la Corea del Nord.

Johnnybravo 1 anno fa su tio
Risposta a Nilo221
Tutto vero, ma dimentichi che la fede, la religione sono una scelta... al contrario della sessualità e l'identità di genere. ( intendiamoci, con questo non vuol dire che giustifico le persecuzioni religiose, ma è diverso).

User1234567 1 anno fa su tio
Risposta a Nilo221
Finalmente qualcun altro che conosce la World Watch List. Concordo pienamente su tutto: sembra che per i media ci siano persecuzioni più importanti di altre…

Nilo221 1 anno fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Ognuno ha il diritto di pensarla diversamente o crede senza dover essere ammazzato! Purtroppo si iniza a piccoli passi con i ragionamenti subdoli come i tuoi, per passare ad altro..

User1234567 1 anno fa su tio
Risposta a Johnnybravo
Dici che non vuoi giustificare le persecuzioni religiose ma allora che senso ha il tuo commento? Indipendentemente dal fatto che uno faccia una scelta o ci nasca non dovrebbe essere perseguitato punto.

Johnnybravo 1 anno fa su tio
Risposta a User1234567
Se non arrivi a capirne il senso, non è colpa mia. E ovvio che non si dovrebbe essere perseguitati per nessun motivo, ma non puoi mettere la religione a pari dell'identità di genere... la religione puoi anche non palesarla pubblicamente e viverla nel tuo cuore e anima , l'identità di genere è più difficile perché tocca più aspetti e coinvolgimenti sociali...
NOTIZIE PIÙ LETTE