Cerca e trova immobili

GERMANIAParla Oliver Blume, CEO Porsche: «Obiettivo: plasmare il futuro»

02.06.20 - 06:34
Il capo del costruttore tedesco illustra le strategie di evoluzione alla luce della crescente elettrificazione
Presse Porsche
Parla Oliver Blume, CEO Porsche: «Obiettivo: plasmare il futuro»
Il capo del costruttore tedesco illustra le strategie di evoluzione alla luce della crescente elettrificazione
Conservando la passione di guida nel ruolo centrale, caposaldo irrinunciabile.

STOCCARDA - Dal rigore tedesco della bassa Sassonia, con gli studi nella città natale di Braunschweig, in Germania, fino ad approdare nel 2015 alla guida di Porsche AG: quando il neonominato CEO Oliver Blume si è trovato a guidare la rapida accelerazione del panorama automobilistico verso i temi dell’elettrificazione, delle tecnologie digitali e, più in generale, di un approccio alle quattro ruote in profonda e rapida mutazione. Che però, in casa Porsche, non può mai prescindere dall’amore incondizionato per l’automobile e per la guida. Partiamo da qui.

Herr Blume, qual è il modello Porsche che preferisce di più, e perché?
"Sono un fan della 911. La 911 originale mi piace tuttora molto, ma mi emoziona pure la 964; e oggi, ovviamente, il mio cuore batte per la nuova 911. Così come adoro la vostra splendida regione; chi non conosce il Canton Ticino? La bellezza pittoresca del suo paesaggio è semplicemente magnifica: alte montagne, laghi dalle acque trasparenti, rive fiancheggiate da palme e, in più, con uno stile di vita italiano. E, inoltre, le Porsche sono molto apprezzate dagli automobilisti ticinesi!" 

Qualche anno fa il Ticino era la regione geografica con il maggior numero di Porsche vendute all’anno in rapporto al numero di abitanti: come se lo spiega e come si è sviluppata questa situazione oggi?
“L’entusiasmo per le auto sportive in Svizzera è, in generale, eccezionale. Ciò è dovuto anche allo stretto legame con l’azienda fin dagli inizi: nel 1948 le prime carrozzerie Porsche furono fabbricate dall’azienda Beutler a Thun e la prima 356 di serie fu venduta a una signora di Zurigo un anno dopo. La Svizzera è sempre stata, in effetti, un Paese molto fedele Porsche e vi continuiamo a vedere buone opportunità di crescita. Soprattutto per le nostre vetture a trazione puramente elettrica. Naturalmente sono le regioni urbane quelle a far registrare le vendite più forti, ma abbiamo una domanda molto elevata anche in Cantoni scarsamente popolati tra cui ad esempio i Grigioni, dove per via del posizionamento nel mezzo delle Alpi svizzere sono proprio i modelli a trazione integrale quelli particolarmente richiesti".

Il mondo dell’auto muta a gran velocità. Per quanto tempo avremo ancora i motori a combustione? E che ne sarà della 911? Dobbiamo aspettarci a una 911 elettrica?
“I propulsori convenzionali continueranno ad avere un posto stabile nella nostra strategia di prodotto. L’icona 911, in particolare, rimarrà ancora a lungo con un motore a combustione e manterrà il proprio ruolo di pioniere quando si tratta delle competenze chiave di Porsche: vale a dire propulsore, telaio e dinamica di marcia. Alla fin fine, è anche il cliente a decidere quali prodotti desidera guidare, e per quanto tempo”.

L’esperienza di guida è una parte importante del successo del marchio Porsche: la guida autonoma quindi quale impatto avrà?
“La voglia di condurre una Porsche con le proprie mani ci sarà sempre, come pure la possibilità di farlo. Per i nostri clienti la guida senza intervento umano non è la massima priorità: al centro rimane sempre l’esperienza di guida sportiva ed emozionale. Noi stiamo dunque lavorando per combinare la forza di questo fascino alle tecnologie innovative, gettando le basi per la costruzione dell’auto sportiva del futuro. Non escludiamo, perciò, le funzionalità di conduzione autonoma, poiché un assistente per la marcia in colonna o un sistema di parcheggio automatico interessano comunque”.

A proposito della Taycan, che ha suscitato grande attenzione: SUV e veicoli crossover sono prevalenti anche negli Stati Uniti, ma per la prima Porsche elettrica l’azienda ha optato per una berlina sportiva. Perché?
“Abbiamo deliberatamente scelto una berlina sportiva: la Taycan è una vera auto sportiva che combina i geni tipici di Porsche con il suo eccellente coefficiente aerodinamico e con la più elevata dinamica di marcia. Quanto alla percezione della nostra marca presso il pubblico, ora che ci confrontiamo anche con un concorrente puramente dedito ai veicoli elettrici come Tesla, posso affermare che lo standard di riferimento per Porsche rimane unicamente Porsche, e che la percezione da parte del pubblico resta più che mai positiva. Ad esempio, siamo stati in grado di aumentare significativamente il valore del nostro marchio, come mostra la classifica «Brand Finance Global», secondo cui la nostra valutazione è cresciuta del 15% dal 2019 al 2020. In realtà, noi sviluppiamo i nostri prodotti tenendo conto del nostro portfolio e dei nostri clienti, indipendentemente dagli altri produttori. Ho un grande rispetto per quel che ha realizzato il fondatore di Tesla, Elon Musk, che con le sue innovazioni ha fatto realmente avanzare l’elettromobilità. Noi di Porsche siamo tuttavia degli sportivi che provengono dal circuito: abbiamo 70 anni di esperienza su come far viaggiare velocemente un’auto in curva, e apprezziamo ogni competizione”.

In quali campi Porsche sarà più innovativa nei prossimi anni e come vede lo sviluppo globale dell’automobile nei prossimi dieci o vent’anni?
“Porsche è considerata una delle case automobilistiche più innovative al mondo. Era così già 70 anni fa e così rimarrà anche in futuro. Il nostro settore sta evolvendo radicalmente: ma sino a ora, le innovazioni sono state spinte fortemente dalla tecnica, il che corrisponde proprio alle nostre competenze chiave. Continuiamo ad ogni modo a sviluppare sempre la nostra strategia in modo flessibile; Porsche ha sempre vissuto secondo il principio di plasmare il futuro. Siamo perfettamente preparati e sulla buona strada. Cinque anni fa, nessuno avrebbe creduto che Porsche potesse rispettare con le sue sole forze il valore di flotta per la CO2. Ora siamo nella posizione non solo di raggiungere l’obiettivo prescritto nei prossimi anni, ma persino di scendere al di sotto. Come produttore di auto sportive, saremo in grado di farlo da soli già nel 2021”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE