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Il prelato è stato condannato a 32 mesi di carcere nel 2015: gli abusi sessuali commessi in 30 anni su almeno 18 ragazzi furono insabibiati
LONDRA - Il principe Carlo nega di aver mai cercato di coprire o far coprire le colpe d'un vescovo anglicano ben introdotto in passato a corte e condannato per pedofilia. Lo si legge nella testimonianza scritta presentata oggi di fronte alla Commissione d'inchiesta indipendente che cerca di far luce su decenni di insabbiamenti nel Regno Unito di denunce di stupri e molestie contro bambini a carico di potenti e famosi.
Il caso riguarda Peter Ball, alto prelato in disgrazia della Chiesa d'Inghilterra (al cui vertice c'è la regina), condannato nel 2015 a 32 mesi di carcere a scoppio ritardato per abusi sessuali commessi in 30 anni su almeno 18 ragazzi.
L'erede al trono spiega d'averlo conosciuto negli anni '80 e d'aver stretto con lui un dialogo su temi spirituali. Ma di non aver mai sospettato degli abusi, e anzi d'essere stato infine ingannato, «come molti altri», da Ball sulle ragioni delle sue dimissioni da vescovo di Gloucester. «In nessun momento - taglia poi corto - ho cercato di influenzare le indagini della polizia (su di lui) né ho istruito o incoraggiato il mio staff a farlo».
