Il "testamento" di Papa Francesco: «La morte è l'inizio di qualcosa»

LUGANO - «Ricordati di noi, (...), prega per noi, tu lo sai, l’abbiamo fatto, come ce lo hai spesso chiesto, e lo faremo sempre per te!». Alain De Raemy ricorda Papa Francesco nella Santa Messa in suo onore, svelando che il Pontefice, una settimana prima del lungo ricovero al Gemelli, ha scritto la prefazione dell'ultimo libro del Cardinale Angelo Scola, una sorta di "prefazione-testamento», come la definisce il Vescovo.

Il tema del lavoro è proprio una meditazione sul tema della vecchiaia. E le parole del Papa parlano della morte come di un nuovo inizio, poco prima della polmonite che lo ha costretto a più di un mese di ospedale. «La conclusione di queste pagine di Angelo Scola, che sono una confessione a cuore aperto di come egli si stia preparando all’incontro finale con Gesù, ci restituiscono una consolante certezza: la morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa», ha scritto Bergoglio.

«È un nuovo inizio (...), perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio “nuovo”, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità», prosegue.

Il Vescovo di Lugano ha ricordato la preoccupazione di Bergoglio di «amare oltre il dovuto», «insisteva, insisteva, senza mai mollare, perché ci sia dunque sempre, in tutto e per tutti, il dialogo e il muto rispetto, l’ascolto dell’altro, la presa in considerazione della diversità, di chi non la pensa come noi. E questo ovunque, nella società e in Chiesa, in Chiesa e nella società: qualcuno deve amare oltre il dovuto».

Termina con un appello a Francesco a pregare, perchè «ricordati che non vai in pensione e neanche in vacanza!».