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Il retroscena dopo il rogo: «Non voleva farsi aiutare»

Doppio incendio in Via Caratti, la testimonianza del custode della palazzina: «Tra risse e raptus, la polizia era di casa. Che incubo».
Lettore tio.ch
Il retroscena dopo il rogo: «Non voleva farsi aiutare»
Doppio incendio in Via Caratti, la testimonianza del custode della palazzina: «Tra risse e raptus, la polizia era di casa. Che incubo».
BELLINZONA - «Una notte di febbraio ha buttato il televisore direttamente dalla finestra, senza aprirla e spaccando i vetri. E poi ha lanciato di sotto l'immondizia». Il custode della palazzina di Via Caratti 11 a Bellinzona è ancora scosso. Il do...

BELLINZONA - «Una notte di febbraio ha buttato il televisore direttamente dalla finestra, senza aprirla e spaccando i vetri. E poi ha lanciato di sotto l'immondizia». Il custode della palazzina di Via Caratti 11 a Bellinzona è ancora scosso. Il doppio incendio delle scorse due notti, per mano di un 30enne eritreo, forse era una sorte di "dramma annunciato". I campanelli d'allarme in fondo erano stati molti. «Qui la polizia era di casa purtroppo».

Rifiuti – Lattine e bottiglie di birra un po' ovunque. Alcune foto scattate prima del secondo rogo mostrano un appartamento in uno stato di incuria. Pieno zeppo di rifiuti. Possibile che i servizi sociali non mettessero piede in quel posto?

Silenzi – «In realtà – sottolinea il custode – l'assistente sociale seguiva la situazione. Ma il problema è che si trovava con le "mani legate". Perché l'inquilino non voleva farsi aiutare. Anzi, di fronte alle proposte di aiuto restava in silenzio, impassibile. I servizi sociali dicevano che non potevano agire in maniera coatta. Questa cosa mi preoccupava. Quell'uomo poteva essere pericoloso».

Lo sfratto – L'amministrazione del palazzo aveva deciso di sfrattarlo. Il 22 settembre l'uomo avrebbe dovuto lasciare l'appartamento. È stato questo il fattore scatenante? L'inquilino martedì sera ha dapprima appiccato un primo incendio, dalle dimensioni contenute. Poi è stato allontanato dalla polizia e collocato in una struttura psichiatrica. Per cause ignote tuttavia è riuscito a scappare. Tornando nel giro di poche ore nel suo appartamento e completando l'opera nella serata di mercoledì.

Il ritorno inatteso – «Oggi l'appartamento è distrutto – sospira il custode –. Non ci eravamo resi conto che l'inquilino fosse tornato. Io ho sentito dei rumori verso le 21.30 ma non ho realizzato. Abitava di fronte a me, al secondo piano».

La rissa – Il custode racconta un ulteriore aneddoto: «Un'altra notte, stavolta del 2023, l'uomo fu protagonista di una rissa nell'atrio. L'alterco coinvolse altre due persone. Anche in quel caso ci fu grande apprensione tra i residenti. Per tutti noi era diventato un incubo. Dopo l'ennesima notte ad alta tensione, cinque persone al momento non possono fare ritorno nei rispettivi appartamenti e una è rimasta leggermente intossicata».

Ritmi altalenanti – Il 30enne, che ora si trova di nuovo in clinica psichiatrica e che è accusato di incendio intenzionale, viveva soprattutto di notte. «Aveva orari irregolari. Non lavorando, era piuttosto altalenante nei ritmi. A prima vista sembrava innocuo e riservato. A malapena ti salutava. Il fatto è che poi aveva dei raptus da un momento all'altro».

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