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CANTONE«Nessuna elezione è scontata, vedrò che fare in caso di bocciatura»

24.03.23 - 06:30
Marina Carobbio andrà davvero in Consiglio di Stato come molti sostengono? L'intervista alla candidata socialista.
Ti-Press
«Nessuna elezione è scontata, vedrò che fare in caso di bocciatura»
Marina Carobbio andrà davvero in Consiglio di Stato come molti sostengono? L'intervista alla candidata socialista.

BELLINZONA - Sarà davvero la socialista Marina Carobbio la new entry del Consiglio di Stato ticinese? A una settimana dal verdetto sono in tanti a porsi questa domanda. D'altra parte il posto lasciato vuoto dall'uscente Manuele Bertoli fa gola a molti. E non è nemmeno davvero detto che tutti gli altri quattro Consiglieri vengano confermati. 

Marina Carobbio, tanti danno per certa la sua elezione. Dovesse fallire, come la prenderebbe e quale sarebbe il piano B?
«Nessuna elezione è certa, nemmeno la mia. Sarebbe arrogante pensare altrimenti. Se non dovessi essere eletta dovrei riflettere con il Partito socialista su una mia ricandidatura al Consiglio degli Stati in autunno. Fino ad allora continuerei a lavorare a Berna». 

Lei ha studiato in Svizzera interna. Come si può frenare la fuga dei cervelli dal Ticino?
«Assicurando salari giusti e dignitosi e combattendo il dumping salariale. Migliorando le strutture per la conciliabilità tra lavoro e famiglia. Valorizzando il territorio e l’ambiente. Dando spazio alla creatività dei giovani col sostegno ad attività culturali e di svago».

Possibile che non si faccia nulla per frenare l'ascesa dei premi di cassa malati? 
«Il peso delle lobby è enorme. Noi proponiamo di limitare i premi al 10% del reddito disponibile, ridurre i costi dei medicamenti, rafforzare la medicina di base e agire con la pianificazione ospedaliera. Vogliamo una cassa malati unica con premi proporzionali al reddito».  

È stata anche presidente dell'Associazione svizzera degli inquilini. I prezzi degli affitti continuano a essere alti. Come si frena questo salasso?
«Salvaguardando i diritti degli inquilini e combattendo le speculazioni. È necessario introdurre il controllo delle pigioni, aumentare il numero di alloggi a prezzi abbordabili e di cooperative d’abitazione. Il mercato immobiliare non risolve i problemi, la politica deve agire». 

Le casse dell'AVS piangono. Si discute di posticipare il pensionamento. Situazione irreversibile?
«No, ma manca la volontà della maggioranza borghese di affrontare il problema con soluzioni diverse. Permettiamo ai giovani di entrare nel mondo del lavoro con salari e condizioni di dignitosi e assicuriamo le coperture sociali per chi opera in ambiti atipici e precari».

In Ticino la povertà esiste. E la ricchezza non è equamente distribuita. Cosa si può fare per chi appartiene alle classi più in difficoltà?
«La politica fiscale deve essere equa, non favorire i più ricchi togliendo risorse allo Stato. Investire nella formazione continua e nel reinserimento professionale permette di uscire dalla povertà. Bisogna garantire le pensioni, e le prestazioni sociali a chi ne ha bisogno».

Potrebbe sostituire Bertoli al DECS. Dovesse capitarle, quali sarebbero le sue priorità?
«Investire nella scuola dell’obbligo, coinvolgendo docenti, allievi e famiglie. Sostenere la formazione professionale, gli apprendisti e le aziende formatrici. Sostenere la cultura, compresa la creazione indipendente, e lo sport veicolo di integrazione e promozione della salute».

Una scuola selettiva e stressante. Molti giovani si trovano spiazzati e in difficoltà. È davvero la strada giusta?
«No. La scuola è un luogo in cui sviluppare conoscenze e spirito critico, con al centro del percorso formativo il benessere di allievi e docenti, i giovani vanno sostenuti e valorizzati. Una scuola pubblica inclusiva e di qualità offre opportunità anche a chi non ne avrebbe».

Ci dica tre temi che le stanno a cuore e per cui si batterebbe qualora fosse eletta, indipendentemente dal Dipartimento che le toccherebbe.
«La sanità di qualità con prezzi accessibili, chi vi opera ha diritto a salari e turni di lavoro giusti. Il lavoro dignitoso e la formazione, cruciali per il futuro del Cantone. La giustizia ambientale e la salvaguardia del territorio, fondamentali per la nostra qualità di vita». 

I salari ticinesi sono i più bassi di tutta la Svizzera. Come è possibile continuare così?
«Purtroppo finora è mancata la volontà politica per affrontare veramente il problema. Proponiamo un aumento del salario minimo, l’estensione dei contratti collettivi di lavoro con salari giusti e investimenti in settori come la transizione energetica per creare posti di lavoro». 

Emergenza Covid: cosa le è piaciuto a livello di gestione della pandemia e cosa no.
«La collaborazione con il Governo per portare a Berna le rivendicazioni del Ticino, come la finestra di crisi per aiuti ai settori più toccati dalle misure sanitarie. Si poteva fare di più per i piccoli indipendenti, come il pagamento delle pigioni di commercianti e artigiani». 

Dopo due legislature al maschile, lei riporterebbe il femminile in Governo. Ma una donna va eletta perché è in gamba o perché c'è bisogno di una quota rosa in un'istituzione?
«La democrazia deve rappresentare donne e uomini. Una maggiore partecipazione delle donne in politica e dove si prendono le decisioni amplia gli orizzonti e contribuisce alla ricerca di soluzioni. Le donne sono candidate perché vogliono e possono dare il loro contributo al Cantone». 

Cosa fa Marina Carobbio per rilassarsi e staccare la spina?
«Mi piace camminare in montagna, così come leggere romanzi, poesie e saggi. Le escursioni non sono solo un momento per evadere, ma anche per conoscere il nostro bel territorio. Accanto a queste attività mi aiutano i momenti passati in famiglia». 

Perché un ticinese dovrebbe votare per lei?
«Servono nuovi sguardi e proposte per cambiare rotta e ridare slancio al Ticino. Il nostro Cantone ha grandi potenzialità che devono essere implementate a favore della popolazione e del territorio. Ho maturato l’esperienza e i contatti per farlo ed essere utile al Cantone». 

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