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Ecco il ricorso contro la votazione sulla Legge anti-terrorismo

Si basa su una frase «fuorviante» contenuta nelle spiegazioni del Consiglio federale
20min/Michael Scherrer
Ecco il ricorso contro la votazione sulla Legge anti-terrorismo
Si basa su una frase «fuorviante» contenuta nelle spiegazioni del Consiglio federale
BELLINZONA - La votazione del prossimo 13 giugno sulla Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo va annullata. Negli scorsi giorni l'avvocato ed ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi aveva annunciato l'arrivo di un ricorso ...

BELLINZONA - La votazione del prossimo 13 giugno sulla Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo va annullata. Negli scorsi giorni l'avvocato ed ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi aveva annunciato l'arrivo di un ricorso «per far saltare» l'appuntamento alle urne. E così è stato: ieri il ricorso è stato inoltrato al Consiglio di Stato.

Il tutto parte da una frase contenuta nelle spiegazioni del Consiglio federale per il quinto oggetto in votazione: “Oggi la polizia può intervenire solo quando una persona ha già commesso un reato”. Una frase che all'avvocato non va giù, in quanto - come spiegava a tio/20minuti - il Codice penale prevede infatti già che il Pubblico ministero, su segnalazione della polizia, debba intervenire anche soltanto per il sospetto di atti preparatori di reati gravi come assassinio, rapina, incendio, lesioni, sequestro di persona, e altro ancora.

Le autorità - come si evince quindi dal ricorso - avrebbero «veicolato tra gli elettori e le elettrici (...) delle false informazioni in merito all'oggetto in votazione che risultano compromissive e lesive del diritto costituzionale a tutela della libera formazione dell'opinione dei cittadini e delle cittadine».

Oltre a Paolo Bernasconi, i ricorrenti sono Bruno Balestra, Mario Branda, Luca Maghetti, Luigi Mattei, Marco Mona, John Noseda, Pietro Simona ed Emanuele Stauffer, tutti ex procuratori pubblici.

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