Visti USA: la stretta sui dati social preoccupa anche la Svizzera

L'interpellanza di Simone Gianini punta a capire come Berna intenda supportare i viaggiatori in caso di problemi
L'interpellanza di Simone Gianini punta a capire come Berna intenda supportare i viaggiatori in caso di problemi
BERNA - Il presunto obbligo imposto dal Governo degli Stati Uniti di fornire, per ottenere il visto ESTA (Electronic System for Travel Authorization), la cronologia degli ultimi cinque anni dei propri social media, gli indirizzi e-mail degli ultimi dieci anni, nonché il luogo di nascita e di residenza di genitori, coniuge, fratelli e figli, sta suscitando dibattito anche a Berna.
In un’interpellanza, Simone Gianini (PLR) chiede al Consiglio federale «quali misure intende adottare per informare in modo rapido, comprensibile e capillare i viaggiatori svizzeri sui nuovi requisiti e per fornire assistenza consolare in caso di problemi.
Le domande
1. Come valuta le modifiche annunciate (in particolare l’obbligo di mettere a disposizione le informazioni concernenti le attività sui social media degli ultimi 5 anni) alla luce dei diritti civili e di protezione dei dati delle cittadine e dei cittadini svizzeri?
2. Quali conseguenze concrete si attende per le turiste e i turisti svizzeri, per i viaggiatori d’affari (incluse le delegazioni di PMI), nonché per gli organizzatori di eventi (ad esempio di fiere, congressi, ecc.), qualora le nuove disposizioni venissero effettivamente introdotte? Dispone di stime o studi su una possibile riduzione dei viaggi e sui costi aggiuntivi?
3. Come valuta la compatibilità delle previste richieste di dati (tra cui la cronologia dei social media, indirizzi e-mail, dati biometrici estesi, metadati IP) con il diritto svizzero e con gli standard internazionali di protezione dei dati e quali misure intende raccomandare o adottare per garantire la protezione delle cittadine e dei cittadini svizzeri?
4. Quali misure intende adottare per informare in modo rapido, comprensibile e capillare i viaggiatori svizzeri sui nuovi requisiti e per fornire assistenza consolare in caso di problemi (ad esempio sul rifiuto di una domanda, sull’uso improprio dei dati e sui tempi di verifica più lunghi)?
5. Intende manifestare preoccupazione presso le autorità statunitensi (a livello bilaterale o tramite organismi multilaterali), rispettivamente adoperarsi per il rispetto dei principi di proporzionalità e non discriminazione dei cittadini svizzeri? Valuta l'introduzione di eventuali contromisure per la loro tutela?




